Donazioni di sangue in calo, bisogna coinvolgere i giovani e gli stranieri
In Emilia-Romagna le donazioni di sangue registrano una lieve flessione e la Regione punta su nuove campagne di sensibilizzazione per invertire la tendenza. È quanto emerge dal bilancio sull’attività del sistema trasfusionale regionale presentato in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, a vent’anni dall’approvazione della legge che ne regola il funzionamento.
Nei primi cinque mesi del 2025 le donazioni complessive sono state 121.435, contro le 122.252 dello stesso periodo del 2024: 817 donazioni in meno, pari a una riduzione dello 0,7%. Il dato negativo riguarda esclusivamente il sangue intero, sceso da 89.699 a 85.862 donazioni (-4,3%), mentre prosegue la crescita delle donazioni di plasma, passate da 32.553 a 35.573 (+9,3%).
Le province: cali e segnali positivi
A livello territoriale, la contrazione più marcata si registra nella provincia di Rimini, dove le donazioni complessive (sangue intero e plasma) scendono del 5,5%. Segno meno anche a Piacenza (-3,6%), Ferrara (-2,5%), Bologna (-1,9%) e Ravenna (-1,3%). Dati sostanzialmente stabili a Modena, con una flessione limitata allo 0,1%.
In controtendenza, invece, Forlì-Cesena, che cresce del 4,1%, seguita da Parma (+1,0%) e Reggio Emilia (+0,9%).
Vent’anni di legge e un sistema che regge
Il quadro è stato illustrato nel corso della seduta del Consiglio regionale presieduta da Giancarlo Muzzarelli, che ha sottolineato come la rete trasfusionale regionale continui a garantire «livelli di sicurezza e qualità tra i più alti in Italia», rappresentando un punto di riferimento anche per la ricerca scientifica. Un modello che, ha ricordato, funziona grazie alla collaborazione consolidata tra il servizio sanitario regionale e le associazioni di volontariato.
La risoluzione: più informazione e attenzione ai giovani
Sul tema è stata approvata una risoluzione presentata dal Partito democratico, a prima firma dello stesso Muzzarelli e sottoscritta da diversi consiglieri di maggioranza, che impegna la Giunta regionale a potenziare le campagne informative sulla donazione di sangue, in collaborazione con le associazioni dei donatori. Tra le richieste, l’aumento delle “giornate del dono” e l’avvio di iniziative specifiche rivolte alle nuove generazioni, anche attraverso il coinvolgimento delle scuole.
Nel testo si evidenzia inoltre l’aumento dei donatori di origine straniera, considerato non solo un contributo al sistema sanitario, ma anche un’importante occasione di integrazione sociale.
Gli emendamenti e il ruolo dei luoghi di aggregazione
Via libera anche a due emendamenti, uno condiviso da Pd e Fratelli d’Italia e uno presentato da FdI, che rafforzano l’impegno a promuovere la donazione nei luoghi di aggregazione giovanile e nei luoghi di lavoro, oltre a valorizzare ulteriormente la collaborazione con il ministero della Difesa e il ministero della Salute nella raccolta del sangue.
Il quadro annuale e il nodo dell’autosufficienza
Guardando ai dati annuali, il confronto tra 2023 e 2024 mostra un incremento complessivo delle donazioni, passate da 285.069 a 292.774 (+2,7%). Anche in questo caso, però, il sangue intero segna una lieve diminuzione (-1,2%), mentre il plasma cresce in modo significativo (+14,6%).
Numeri che sono stati al centro degli interventi dei rappresentanti delle associazioni di donatori e degli esperti del settore. Per Avis e Fidas resta prioritario mantenere l’autosufficienza nel sangue intero e, allo stesso tempo, rafforzare ulteriormente la raccolta di plasma per avvicinarsi all’autonomia nazionale. Attualmente, come spiegato dal responsabile del Centro regionale sangue Rino Biguzzi, mancano circa tre punti percentuali, pari a 200 tonnellate di plasma, per raggiungere questo obiettivo.
Il valore sociale della donazione
Nel dibattito, consiglieri di maggioranza e opposizione hanno ribadito il valore della donazione come gesto gratuito e fondamentale non solo per la sanità, ma anche per la coesione sociale. Particolare attenzione è stata dedicata al coinvolgimento dei giovani e dei cittadini di origine straniera, oltre alla necessità di informare meglio i donatori sull’utilizzo del sangue donato e sull’impatto concreto del loro contributo.
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