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30 Giugno 2025
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Carlo Bassoli illustra i motivi per cui non intende partecipare al confronto con Letizia Budri organizzato dai giornalisti

Carlo Bassoli illustra i motivi per cui non intende partecipare al confronto con Letizia Budri organizzato dai giornalisti in vista del ballottaggio per l'elezione del sindaco a Mirandola.

Ecco cosa scrive Bassoli in una nota, cui segue un intervento della direttrice di Sul Panaro, Antonella Cardone:

Ricordo che al ballottaggio 2019 il candidato della destra non ha mai accettato un confronto,
giusto per dare una giusta prospettiva all’argomento
Con Letizia Budri ho già fatto quattro confronti pubblici quindi non mi sono certo sottratto al
confronto.
Avevo inizialmente  - ricostruisce Bassoli - dato la mia disponibilità a un confronto organizzato da tutte le testate
giornalistiche, ma per ragioni che non conosco il confronto viene richiesto da due sole testate.
Mi rincresce notare poi come uno degli organizzatori della serata sostenga che il mio rifiuto è “il
segno di un sistema talmente presuntuoso da percepire il confronto come un inutile orpello”
quando ho sempre dialogato e continuo a dialogare con tutti i giornalisti. E mi rincresce notare
come poi l’altra testata rilanci, senza nessuna verifica del contenuto, lo sproloquio di un
presidente di seggio che fornisce una rappresentazione inesatta e confusa di una situazione di
errore emersa in quel seggio (avrei chiesto chiarimenti come Candidato mentre mi ero presentato
legittimamente come Rappresentante di Lista, e non è cosa di poco conto). Lo stesso testo che
poi, sulla pagina personale social del pubblico ufficiale conclude elegantemente “Allora, sig.
Bassoli: ci va lei, o ce la devo mandare io?”.
Ma questo è solamente un piccolo scorcio di questa campagna elettorale caratterizzata da una
forte polarizzazione per lo più finalizzata alla ridicolizzazione dell’avversario allontanandoci
sempre dai contenuti e dalle proposte.
Per questo ho deciso di condurre gli ultimi giorni di campagna elettorale parlando con gli elettori
e così impegnerò il mio tempo. Se poi questo vorrà essere usato come pretesto per sviare ancora
una volta la campagna dai temi veri allora saranno i soliti a guidare la caciara in questa direzione.
Gli stessi che devono ancora spiegare ai cittadini perché il governo centrale ha cancellato il
rimborso dell’IMU per gli immobili terremotati o perché l’importo del contenzioso per i lavori del
Teatro Nuovo sia arrivato dalla cifra iniziale di 2 milioni, che già era stratosferica, alla cifra attuale
di 3,4 milioni, così come a pochi giorni dalle elezioni, è stato preso atto con delibera di giunta
approvata il 5 giugno 2024.
Mirandola ha bisogno di correttezza, serietà, proposte e impegno per rilanciarne il ruolo, per
sostenere le sue prospettive di sviluppo per il lavoro, l’economia e la società.
Tutti assieme riprendiamoci il futuro.

LA DIRETTRICE:

La settimana scorsa, con il collega direttore de La Pressa, Giuseppe Leonelli, ho chiesto ai due candidati sindaco prima via social, poi via mail, la disponibilità a partecipare al dibattito elettorale per il ballottaggio di Mirandola. Abbiamo avuto una immediata risposta positiva via mail da Letizia Budri, mentre da Carlo Bassoli la risposa alla mail di invito personale è questo comunicato stampa che è stato inviato a tutti i giornali.

Il testo, come vedete, è denso di questioni e riferimenti, mette insieme la rava e la fava e solo dopo una accurata rilettura, che comprende l'esegesi come un glossatore della Bibbia, sono arrivata a capire che Bassoli ci dice "No, non vengo".

Lo fa mettendo subito le mani avanti. Nel suo scritto  - che vedete pari pari qua sopra - il primo pensiero è ad Alberto Greco che l'ha fatto anche lui, anche lui ha dato buca a un dibattito al ballottaggio, cinque anni fa.

Ricordo che al ballottaggio 2019 il candidato della destra non ha mai accettato un confronto,
giusto per dare una giusta prospettiva all’argomento

Non credo che mettersi sullo stesso piano di quel che fa un leghista, se sei del partito opposto, sia utile in termini di propaganda elettorale. Se fate le stesse cose, se snobbate entrambi i dibattiti, che differenza c'è?
Inoltre, a spaccare il capello in quattro, non è vero che Greco non ha accettato il confronto del 2019. Lui oggi la ricorda così: si ritrovò inserito nel parterre dei relatori in un volantino del sindacato (il sindacato non i giornalisti) senza che nessuno ne avesse mai chiesto la presenza. Quindi non ci andò e basta. 

Bassoli ricorda poi che con "Con Letizia Budri ho già fatto quattro confronti pubblici quindi non mi sono certo sottratto al confronto". Benissimo. Il contesto però stavolta è diverso, Bassoli per primo, ad esempio è a capo di una coalizione diversa, molto diversa, da quella sulle cui idee si apriva al confronto con l'avversaria. L'apparentamento con la lista di Giorgio Siena cambia le carte in tavolo .
Allo stesso modo, l'esito delle urne ha chiarito per Budri qual è la composizione reale della sua squadra, dove ci sono due consiglieri molto forti (della Lega) e dove scompaiono quasi tutte le consigliere donne su cui contava all'inizio della corsa.

Quadro diverso, confronto nuovo: questa era l'esigenza giornalistica che sarebbe stato necessario dipanare. Non volevamo fosse il" dibattito numero cinque" ma l "dibattito del ballottaggio" . Sul Panaro e La Pressa non hanno mai organizzato qualcosa insieme e noi giornalisti - che scusate, di queste cose ci intendiamo - era l'occasione per qualcosa di diverso. Due Direttori per due Candidati.

Poi l'esponente della coalizione Pd la butta sul personale, facendo sapere di sentirsi piccato che il suo rifiuto venga letto come “il
segno di un sistema talmente presuntuoso da percepire il confronto come un inutile orpello” e addirittura entra nelle scelte giornalistiche e nelle modalità operative del mio giornale (sarò lieta, quando rientrerà al suo lavoro di manager del biomedicale, di fare la stessa identica cosa se la premessa è parlare senza sapere come funzionano le cose).
Poi sbanda: con una virata che sfonda la quarta parete porta il lettore da un altra parte, sul social (quale social?) a leggere un post (scritto quando?) del pubblico ufficiale (chi?) di "quel" seggio (cosa? dove? quando?).

Dopo 1276 battute Bassoli si sfoga ancora

Questa campagna elettorale caratterizzata da una
forte polarizzazione per lo più finalizzata alla ridicolizzazione dell’avversario allontanandoci
sempre dai contenuti e dalle proposte.

Non ci sono neanche più le mezze stagioni, faccio notare. 

Non tedio oltre i lettori: nelle restanti 1169 battute Bassoli ci dice che al dibattito non ci viene e avverte:

Se poi questo vorrà essere usato come pretesto per sviare ancora
una volta la campagna dai temi veri allora saranno i soliti a guidare la caciara in questa direzione.

Chi sono  "i soliti"? Anche qui non è immediata la comprensione, Bassoli ci semina qualche indizio come Pollicino: l'Imu dei terremotati, i costi del Teatro nuovo, la delibera di Giunta del 5 giugno 2024. La soluzione nel prossimo numero.

 

Antonella Cardone

 

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