Modena, il Pd attacca l’ex senatore Giovanardi sui manifesti Pro Vita: “Chi li difende si schiera contro i diritti e la dignità delle persone”
MODENA - Pubblichiamo una nota della portavoce della Conferenza delle donne democratiche Patrizia Belloi e del segretario della Federazione provinciale del Pd modenese Stefano Vaccari in merito ai manifesti Pro Vita.
“Le dichiarazioni dell’ex senatore Carlo Giovanardi contro il sindaco di Modena, colpevole, secondo lui, di aver stigmatizzato a sproposito i manifesti antiabortisti promossi da associazioni ultraconservatrici, destano sconcerto ma non stupore. Ancora una volta, un esponente politico di lungo corso sceglie di schierarsi non con la Costituzione, non con la scienza, non con le persone, ma con la propaganda discriminatoria, sessista e disinformativa.
Il sindaco di Modena ha semplicemente applicato principi di legalità e responsabilità amministrativa, già sanciti da altri Comuni – come Rimini – e sostenuti dalla giurisprudenza. I contenuti di quei manifesti, come già rilevato in più contesti, sono lesivi del rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili, in violazione del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, e incompatibili con i principi costituzionali sanciti dagli articoli 2 e 3 della nostra Carta.
Non è una questione di censura, ma di tutela. La pubblicità – specie quella a mezzo affissione pubblica – non è e non può essere un terreno di impunità comunicativa. Come previsto dal Codice della Strada all’art. 23, comma 4-bis, è vietata ogni forma di comunicazione pubblicitaria che veicoli messaggi sessisti, violenti, discriminatori o lesivi della dignità e dei diritti umani.
I Comuni, proprio in virtù di questa cornice normativa, possono e devono dotarsi di regolamenti che tutelino la cittadinanza da messaggi pericolosi e infondati. La recente revisione del regolamento delle pubbliche affissioni del Comune di Rimini, in tal senso, è un modello utile da seguire.
Quanto ai contenuti dei manifesti Pro Vita – si tratti della criminalizzazione della pillola abortiva o della disinformazione sul percorso di affermazione di genere – ci troviamo di fronte non solo a una mistificazione ideologica, ma a una grave minaccia per la salute pubblica e la convivenza civile. La libertà di espressione, come confermato da sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, non è illimitata, soprattutto quando si esercita con mezzi pubblicitari: deve rispettare la verità, la continenza, la dignità delle persone e l’interesse collettivo.
Chi oggi attacca il sindaco Mezzetti per aver detto parole di verità, dimostra ancora una volta quanto sia urgente ribadire che i diritti delle donne, la libertà di scelta e il rispetto delle soggettività LGBTQIA+ non sono negoziabili, ma il senso stesso delle democrazie”.
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