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10 Maggio 2025
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Più di 2 mila aggressioni negli ospedali emiliani, il 70% alle donne e la categoria di infermieri (58%)

Nel 2024 le violenze sono aumentate dell’11,7%, soprattutto quelle di tipo verbale (+12,5%), mentre sono diminuite quelle più gravi di tipo fisico (-11,9%). 2.682 i casi totali segnalati, nettamente più colpite le donne (70,3%) e la categoria degli infermieri (57,9%). Ad aggredire soprattutto (62,6%) gli stessi utenti e pazienti. Il 32,4% degli episodi si verifica nei reparti di degenza

Bologna - ‘Più cura per chi cura’: è il messaggio scelto per la campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Regione Emilia-Romagna in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, che si celebra mercoledì 12 marzo.

Un impegno comune e un invito a riconoscere l’enorme importanza, il valore, e quindi il rispetto, che devono essere riservati a chi si occupa della salute di tutti, in un contesto in cui, purtroppo, anche in Emilia-Romagna la violenza, fisica o verbale, contro il personale sanitario, si conferma un fenomeno presente e in crescita, come evidenziato dai dati raccolti dai sistemi di monitoraggio regionale.

Sul territorio regionale, infatti, nel 2024 le aggressioni al personale all’interno dei luoghi di cura sono aumentate dell’11,7% rispetto all’anno precedente, passando da 2.401 a 2.682 casi. L’aumento riguarda in particolare le aggressioni di tipo verbale (+12,5%), mentre sono diminuite quelle più gravi di tipo fisico (-11,9%).

Dati presentati oggi in conferenza stampa in Regione, a Bologna, dall’assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi, che ha illustrato anche le azioni di prevenzione e tutela messe in campo per contrastare il fenomeno e l’avvio della campagna del servizio sanitario regionale.   

“Le aggressioni, sia verbali che fisiche, al personale sanitario e socio-sanitario rappresentano un fenomeno paradossale e incomprensibile, eppure talmente frequente da meritare purtroppo una Giornata nazionale per tenere alta l’attenzione sul tema- spiega l’assessore Fabi-. Un problema gravissimo, che mina la serenità di chi ogni giorno si prende cura della nostra salute e l’efficacia del nostro sistema sanitario. L'introduzione, lo scorso anno, della piattaforma regionale SegnalER come sistema di monitoraggio per le aggressioni, che consente agli operatori di segnalare in modo sicuro e immediato gli episodi di violenza, ha avuto un ruolo fondamentale nel rendere questo fenomeno più visibile e nel permetterne una rilevazione più precisa”.

“Ora- aggiunge Fabi- serve lavorare su due fronti: cercare di rafforzare, con tutti gli strumenti disponibili e con la collaborazione e l’impegno dei soggetti coinvolti, la sicurezza degli operatori e promuovere una cultura del rispetto. Per questo oltre alle misure già adottate, tra cui tecnologie di sorveglianza avanzate, interventi il più possibile tempestivi, percorsi formativi e supporto psicologico e giuridico per il personale vittima di aggressioni, in occasione del 12 marzo lanciamo una campagna di comunicazione curata dal servizio sanitario regionale, con l'obiettivo di stipulare una sorta di patto con la cittadinanza”.

La campagna “Più cura per chi cura” nasce infatti per (ri)-costruire un patto di fiducia, promuovere rispetto e diffondere consapevolezza verso chi lavora per la salute di tutti e di ognuno. Iconico l’utilizzo dei cerotti per rappresentare le parole “più” e “per” nella composizione del claim, in quanto intendono raffigurare proprio la volontà di curare il rapporto tra professionisti e popolazione, nella consapevolezza che contro la violenza sul personale sanitario e socio-sanitario il risultato si fa insieme.

“È stato importante- conclude Fabi- il coinvolgimento di tutti gli attori all’interno delle Aziende sanitarie per ridurre il senso di impotenza di chi si trova a fronteggiare situazioni simili, ma per prevenire episodi di violenza c’è bisogno di creare una sensibilità diffusa. Ogni aggressione è un episodio di troppo”.

I dati delle aggressioni in Emilia-Romagna

I dati relativi alle aggressioni sono raccolti dalla Regione ed inviati all’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie come stabilito dalla normativa nazionale. La registrazione delle segnalazioni viene effettuata direttamente dalle Aziende Sanitarie: dal 2024 la piattaforma Segnal-ER, già utilizzata per rilevare le segnalazioni degli incidenti relativi alla sicurezza dei pazienti, viene estesa anche alla raccolta delle segnalazioni di aggressioni e come sistema di analisi, controllo e monitoraggio tempestivi.

Secondo i dati raccolti con questo nuovo sistema regionale, nel 2024 sono gli infermieri la categoria più esposta, rappresentando il 57,9% delle aggressioni, seguiti dai medici (13,6%) e dagli operatori socio-sanitari (11,4%). Ma chi sono, in genere, gli aggressori? In maggioranza sono gli stessi utenti o pazienti (62,6%), mentre nei restanti casi si tratta di parenti, caregiver, conoscenti o estranei. I luoghi in cui gli episodi si sono manifestati maggiormente, in termini assoluti, sono i reparti di degenza (32,4%), i Pronto Soccorso ed i Servizi di emergenza territoriale (24,1%), i servizi psichiatrici e delle dipendenze (17,2%), e gli ambulatori (11,7%).

Un altro aspetto rilevante riguarda il coinvolgimento delle operatrici donne, che rappresentano il 70,3% dei casi di violenza. Tuttavia, in proporzione al numero di dipendenti, gli operatori maschili risultano leggermente più esposti, con una percentuale di aggressioni pari al 3,7% rispetto al 3,5% delle donne.

Le misure di prevenzione e tutela

Oltre alla piattaforma SegnalER, sono diverse le azioni messe in campo dalle Aziende sanitarie e Ospedaliere per garantire la sicurezza degli operatori della sanità, seguendo le Linee di indirizzo regionali: sono stati potenziati i sistemi di videosorveglianza ed illuminazione ed installati pulsanti di allarme e vetri anti-sfondamento, in particolare nelle zone ad alto rischio come i Pronto Soccorso; è stata rafforzata la collaborazione con le Forze dell’ordine, attivando protocolli bilaterali con le Questure per una risposta più rapida ed efficace agli episodi di violenza.  Un altro aspetto fondamentale riguarda il supporto psicologico e la tutela legale offerti agli operatori vittime di aggressioni. Molto si è fatto anche in termini di formazione e sensibilizzazione del personale sanitario, con corsi di formazione e un focus specifico sulla prevenzione, sulla comunicazione efficace e sulla gestione delle situazioni critiche. Inoltre, il tema delle aggressioni è stato inserito nei corsi obbligatori per i neoassunti, con l’obiettivo di sensibilizzare fin da subito il personale su questa problematica.

Modalità di diffusione della campagna “Più cura per chi cura”

Locandine e clip video dell’iniziativa sono distribuite negli ambulatori e nelle sedi dei servizi sanitari, a partire dai Pronto Soccorso; Aziende Usl e Aziende Ospedaliere promuovono i contenuti attraverso i propri canali di comunicazione ed è prevista una campagna sponsorizzata della Regione sui principali social media; inoltre, contribuiscono alla diffusione del messaggio anche le farmacie convenzionate di tutta l'Emilia-Romagna.

Per dimostrare supporto e rafforzare la fiducia reciproca si può utilizzare sui social l’hashtag #CuraperChiCura, raccontando le esperienze positive con il personale sanitario; infine, si intende dare continuità e attenzione a questo tema importante e delicato proponendo ulteriori iniziative di comunicazione e momenti di riflessione nelle scuole e nelle comunità locali.

La situazione oggi

  • nel 2024 il numero complessivo di aggressioni è aumentato dell’11,7% rispetto al 2023, passando da 2.401 a 2.682 casi;
  • Il 70,3% delle aggressioni è stato segnalato da professioniste donne;
  • il personale infermieristico è più frequentemente coinvolto (59,7%) a seguire i medici (13,6%) e gli operatori socio-sanitari (11,4%).

A livello nazionale, nel 2023, sono state oltre 16.000 le segnalazioni di aggressioni a operatori sanitari, con circa 18.000 professionisti coinvolti (Fonte: Relazione sulle attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, 2023)

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