Modena, Porta Aperta sempre più impegnata nell’accoglienza delle donne
MODENA - Una Festa della Donna particolarmente sentita dall’associazione Porta Aperta di Modena che da sempre si rivolge a un’utenza prettamente maschile, e che negli ultimi tempi sta ampliando notevolmente la propria attività di supporto e accoglienza rivolta anche all’universo femminile.
La ricorrenza è stata celebrata presso Casa di Rut alla presenza del vescovo don Erio Castellucci, dell’assessora alle Politiche di Genere del Comune di Modena Alessandra Camporota, Silvia Menabue e Silvana Borsari (CdA Fondazione di Modena), Barbara Biancardi (Segretario Generale Fondazione Banco San Geminiano e San Prospero), in un momento conviviale con i referenti di Porta Aperta e le signore ospiti della Casa: Nadia, Barbara, Eugenia e Germana.
Casa di Rut è stata inaugurata in città a dicembre 2023 da Porta Aperta con il supporto delle realtà sopra richiamate, per offrire accoglienza e opportunità di reinserimento sociale a donne sole che non hanno la possibilità di permettersi un’abitazione, ed è la prima di questo genere a Modena.
Oltre a queste quattro signore ospiti a Casa di Rut, Porta Aperta accoglie 8 donne nella sua Comunità di Transito di Casa di Abramo; nell’ultimo anno sono state 759 le donne che hanno fatto accesso all’ambulatorio medico e alla farmacia dell’associazione; 530 le donne che hanno fatto la spesa all'emporio sociale Portobello, sempre gestito da Porta Aperta; 39 le donne che hanno usufruito dei servizi a bassa soglia (mensa, servizio docce e igiene personale, distribuzione vestiario); 7 le donne che si sono rivolte allo sportello di Avvocato di Strada, 24 le donne inserite nei progetti di protezione internazionale.
"Il tema del grave disagio adulto nelle donne per noi è diventato obiettivo centrale – dice Alberto Caldana, presidente di Porta Aperta – La crescente frammentazione del tessuto sociale genera in molte donne la difficoltà ad avere una rete di aiuto e chi un tempo poteva trovare negli affetti risposte e soluzioni, oggi si trova in condizione di isolamento. La nostra idea, se riusciremo a trovare un alloggio adatto, è quella di creare una seconda Casa di Rut per rispondere a questo crescente bisogno di accoglienza a Modena nei confronti dell’universo femminile".
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