Messa in duomo a Finale Emilia per il ricordo di don Giorgio Govoni

Il caso
La storia si dipana come un incubo oscuro, quello dei pedofili della Bassa, un dramma riemerso dalle tenebre del passato grazie al podcast "Veleno". Sedici innocenti, strappati alle loro famiglie, divisi come pezzi di un puzzle mandato in frantumi, un fratello lontano dall'altra, una sorella separata dall'altro, relegati in adozioni che li hanno portati in case sconosciute, mai più in grado di riabbracciare i propri cari.
L'orribile sospetto aleggiava come un’ombra: un gruppo di satanisti pedofili, responsabili di rituali abominevoli, sacrifici umani, decapitazioni e orge, un universo di perversione che generava filmati pedopornografici. Tuttavia, le indagini, seppur meticolose, non hanno rivelato nulla di ciò che si temeva; né un cadavere decapitato né un video compromettente sono stati rinvenuti. L'idea di un “sistema” si è sfaldata tra le aule dei tribunali, dove diverse assoluzioni sono state emesse, mentre nel medesimo contesto giuridico, alcuni degli imputati, poi condannati (dodici persone complessivamente), continuano a combattere contro le accuse di abusi domestici, mentre altri accettano la loro condanna come un marchio indelebile. Una storia che continua a tormentare le vite di chi è stato colpito da questa oscura vicenda, anche nella tomba.
La Curia di Modena sta lottando da tempo per riabilitare don Giorgio Govoni, sono in prima linea nel ritenere che se il suo processo si fosse tenuto, il prete sarebbe stato assolto (qui trovate le argomentazioni della chiesa)
Anche don Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì che parteciperà alla messa del 18 maggio per don Giorgio, ha speso parole chiare sulla necessità di riabilitare il prete camionista coinvolto in questa drammatica e dolorosa vicenda. Di seguito, la nostra video intervista a don Pizzi.
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