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12 Maggio 2025
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Giornate FAI di primavera: sabato 22 e domenica 23 marzo si potrà visitare Palazzo Viani – Tagliavacca a Vallalta di Concordia

CONCORDIA - E’ davvero imperdibile l’appuntamento con le giornate FAI di primavera 2025 organizzate dal Gruppo FAI Bassa Modenese, coordinato dalla capogruppo Arch. Marina Speziali, perché ci condurrà alla scoperta di un affascinante luogo di grande importanza storica ed architettonica del nostro territorio: Palazzo Viani -Tagliavacca a Vallalta di Concordia. 

Grazie alla disponibilità dell’attuale proprietà Menù s.r.l. di Medolla, nelle due giornate di sabato 22 e domenica 23 si potrà visitare il Palazzo settecentesco con le sue importanti sale decorate, l’imponente scalone interno e il vasto parco che lo circonda, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.30.

I visitatori, che auspichiamo numerosi come nelle precedenti edizioni, saranno accompagnati in questo viaggio alla scoperta architettonica, storica e naturalistica dai nostri “Apprendisti Ciceroni” studenti del Liceo Scientifico Statale M. Morandi di Finale Emilia e dei Liceo Luosi-Pico di Mirandola, coordinati dai loro insegnanti, mentre l’organizzazione sarà curata, come sempre, dagli insostituibili volontari FAI.

IL PALAZZO VIANI-TAGLIAVACCA in VALLATA di Concordia sulla Secchia e il CASATO VIANI - TAGLIAVACCA

Ci troviamo a Vallalta, frazione di Concordia sulla Secchia, dove sorge l’imponente complesso architettonico, noto anche come il “Palazzone" o il “Casino" che, pur essendo attualmente di proprietà della Ditta Menù di Medolla, è ancora conosciuto come “Palazzo Viani-Tagliavacca”.

Della famiglia Viani, di origine mantovana e “oriunda” mirandolese, si ha notizia già nel 1533, quando Viano de Viani aveva ottenuto un “diploma” di carattere nobiliare da Galeotto II° Pico, poi confermato anche da Federico II° Pico, nel 1599. I Viani furono riconosciuti ufficialmente nobili nel 1783, grazie alla benevolenza del Duca di Modena su istanze del Governatore della Mirandola in cui si documentava l’antica storia della famiglia e che “non aveva mai dovuto lavorare per mantenere il proprio decoro, ma che i mezzi economici derivavano direttamente dalle loro proprietà”. L’aver raggiunto questa elevata posizione sociale spinse Pietro, per sé e per i tre figli, verso la costruzione di una grande villa a Vallalta, come simbolo della loro posizione nobiliare e rilevanza economico-sociale. I lavori iniziarono nel 1778, come testimonia una lapide posta nella “controloggia” al piano terra e si conclusero nel 1785.

La grandiosa mole di questo palazzo, che si innalza massiccia sulla pianura circostante, conserva nella purezza delle linee settecentesche e nella grandiosità delle sale, dello scalone e delle stanze, un’impronta raffinata più tipica di una dimora cittadina. Il “Casino Viani” era costituito da un complesso di edifici organizzati intorno ad una corte aperta ed articolato in un nucleo centrale di grande imponenza, adibito all’abitazione padronale, collegato a due ali laterali di minore rilevanza, adibite, l’una ad abitazione colonica e l’altra a servizi. Nella ristrutturazione del 1922 purtroppo venne demolita una delle ali e riedificata, come corpo staccato adibito al custode.

La villa dalla pianta rettangolare, organizzata simmetricamente con due affacci principali (a nord e a sud) è caratterizzata dal grande corpo centrale – corrispondente al salone a doppio volume del piano nobile – e dai due torricini a pianta quadrangolare posti sul prospetto a sud, oltre a due piccoli ma eleganti balconi al primo piano che si affacciano dalla loggia superiore, forniti di ringhiere di ferro battuto sporgenti, lavorate con blasone cifrato.

In anni ormai improntati al nuovo gusto neoclassico, per gli stucchi e per l’apparato pittorico i committenti preferirono affidarsi ai canoni ormai consolidati del “Barocchetto” - stile che richiama il “Barocco”, ma che già anticipa il “Rococò” - da tempo diffuso anche nel modenese in ville e palazzi nobiliari.

Da notare lo stemma araldico dei Viani “su sfondo azzurro, un leone rampante accompagnato in capo da tre stelle a sei punte, il tutto in oro”.

Per quanto riguarda il parco della villa, il suo legame col territorio circostante non può prescindere dal fiume Secchia che nell’antichità si disperdeva nella pianura formando vaste zone paludose bonificate in età romana, abbandonate nell’Alto Medioevo tornando al precedente “disordine” idrogeografico, per poi arrivare all’attuale assetto intorno al 1336 circa a seguito dei numerosi interventi di bonifica dei frati Benedettini.

Il parco che circonda Palazzo Viani-Tagliavacca al momento dell’acquisto della precedente proprietà (Famiglia Dodi) appariva come un campo agricolo e dagli stessi è stato rivisto con le nuove piantumazioni, con il laghetto, con l’assetto planimetrico presente attualmente.

Leggi anche: Giornate Fai, alla scoperta del Bosco di Camposanto, del castello di Massa Finalese e di Palazzo Brusati Bonasi a Carpi

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