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12 Maggio 2025
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Beni confiscati alla criminalità, dopo il processo ‘Aemilia’ crescono in regione le assegnazioni agli enti locali di immobili e terreni

 

BOLOGNA - In Emilia-Romagna sono cresciuti e, cresceranno ancora, i beni confiscati al crimine organizzato e assegnati agli enti locali per un riutilizzo destinato a finalità sociali e utilità delle comunità. Aumento legato anche alla conclusione del processo ‘Aemilia’ che ha visto condanne e anche confische di beni, immobili e terreni.

Per affiancare i Comuni emiliano-romagnoli in questo sforzo di dare una ‘seconda vita’ ai beni sottratti al malaffare, la Regione, già a partire dal prossimo bilancio 2025-2027 in fase di approvazione, stanzierà maggiori risorse per sostenere investimenti in questa direzione.

A ribadire la linea di viale Aldo Moro sia la sottosegretaria alla Presidenza della RegioneManuela Rontini, che l’assessora regionale alla Legalità, Elena Mazzoni, oggi a Sorbolo-Mezzani (Re) dove si è svolta una giornata di riflessione su tema "Vincere l'illegalità con il riuso dei beni confiscati" e la contestuale inaugurazione di un parco pubblico nell’ambito de ‘Il Progetto Livatino’ del Rotary, spazio che ha consentito la valorizzazione di un terreno confiscato dove troveranno casa giochi per bambini e piantati alberi. Inoltre, verrà realizzato in collaborazione con l’Università di Parma l’arredamento di due appartamenti confiscati, in un condominio limitrofo al parco.

L’Emilia-Romagna è oggi la terza regione del Nord Italia per numero di beni immobili confiscati. E di questi, quasi una cinquantina sono già stati assegnati lo scorso anno alle amministrazioni locali nelle sole province di Parma e Reggio Emilia, un volume superiore al complesso di beni immobili a oggi recuperati nell’intero territorio regionale.
Dal 2011, la Regione è intervenuta su 34 beni immobili destinati a enti locali con un contributo regionale di oltre 7,2 milioni di euro, per favorirne il riutilizzo per finalità sociali.

“Quest’anno aumenteremo le risorse in conto capitale, così da rispondere alla necessità per far fronte al recupero di un crescente patrimonio confiscato in Emilia-Romagna– ha detto l’assessora Mazzoni-. Il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati rappresenta il mezzo attraverso il quale vogliamo garantire in pieno i valori della giustizia sociale e restituire ai territori una ricchezza immobiliare depurata con l’obiettivo di farla divenire, restituendola, un’opportunità di sviluppo territoriale e presidio di legalità”.

“In accordo con i Comuni, le politiche regionali- aggiunge Mazzoni- puntano a valorizzare gli immobili attraverso progetti di inclusione, di formazione, culturali, contro la discriminazione e di contrasto alla violenza di genere. L’assegnazione può, inoltre, essere anche l’occasione per sperimentare forme di progettazione partecipativa aperte a soggetti competenti e interessati del territorio, anche volte a individuare utilizzi inizialmente non considerati e modelli innovativi di gestione”.

Inoltre, a supporto delle amministrazioni locali, “la Regione- conclude l’assessora- ha promosso l’organizzazione di un percorso formativo sperimentale destinato al personale degli Enti locali per la valorizzazione e riconversione dei beni, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna. Su molti fronti infatti le amministrazioni comunali, in particolare quelle di minori dimensioni, manifestano bisogni di supporto e affiancamento nella fase progettuale, nel coinvolgimento di soggetti locali, nel procedimento di assegnazione e di generazione di idee imprenditoriali, ma anche nella fase di attuazione”.

La Regione, oltre alla formazione dedicata, ha messo a disposizione degli enti locali sia un vademecum che un video multimediale con l’obiettivo di facilitare l’accesso alle procedure di assegnazione dei beni immobili, per restituirli poi alla collettività.

L’impegno della Regione
Dal 2011 (anno in cui è entrata in vigore la prima legge regionale in materia, poi sostituita nel 2016 dal ‘Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili’), la Regione supporta tecnicamente gli enti locali e concede finanziamenti per le opere di ristrutturazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, per favorirne il riutilizzo e la fruizione nell’ambito dell’attuazione di politiche a favore della legalità e della prevenzione delle situazioni di disagio, di accoglienza e di supporto per le vittime di reato.
Nel complesso, le politiche di valorizzazione degli immobili sostenute dalla Regione intendono privilegiare due tipologie di finalità sociali quali: l’inclusione sociale delle persone che vivono condizioni di esclusione e marginalità (cittadini in situazioni di povertà, persone senza fissa dimora, vittime di violenza); la realizzazione di spazi pubblici per rendere servizi ai cittadini (servizi per l’infanzia, per i giovani, per gli anziani, per l’istruzione, la cultura, lo sport).

Leggi anche: Processo Aemilia, cinque edifici confiscati ospiteranno famiglie in difficoltà

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