Non solo San Gennaro a Napoli, a Modena si ricorda il miracolo di San Geminiano
Martedì 18 febbraio, con una cerimonia religiosa in Duomo e, a seguire, un aperitivo in Municipio, si ricorda il miracolo con cui il santo patrono di Modena salvò la città dalle truppe francesi nel 1511.
La vicesindaca Francesca Maletti parteciperà alle iniziative promosse dall’antica Confraternita di San Geminiano, che prenderanno il via alle 18 con la Santa Messa in Duomo. Al termine una delegazione della Confraternita si sposterà insieme alla vicesindaca, nella Sala del Vecchio Consiglio del Municipio.
San Geminiano, di origine modeste, nacque il 15 gennaio del 312. Tradizione popolare e culto religioso attribuiscono al Santo, nato e cresciuto a Cognento, diversi episodi miracolosi. Alcuni sono illustrati negli affreschi che abbelliscono, appunto, la Sala del Vecchio Consiglio del Palazzo comunale. In particolare, le scene pittoriche raffigurano due episodi: il miracolo del bambino che, sfuggito alle mani della madre, cadde dalla torre della cattedrale e Geminiano lo afferrò per i capelli salvandolo e la più famosa leggenda riferita all’anno 452, nel periodo delle invasioni barbariche, quando, in seguito alle preghiere dei fedeli, S. Geminiano salvò Modena dagli Unni guidati da Attila, nascondendo la città agli invasori con una fitta coltre di nebbia.
L’episodio che viene ricordato dalle celebrazioni programmate dalla Confraternita è invece un altro e si colloca storicamente tra il 17 e il 18 febbraio del 1511; è narrato nella “Historia dell’antichissima Città di Modena” in cui Vedriani racconta come durante le guerre d’Italia tra Francia e Spagna, il Vicerè di Francia Charles d’Amboise, al comando delle sue truppe, assediava Modena, proprio quando la città stava per essere saccheggiata, San Geminiano gli apparve “in sembianza di vecchio” persuadendo il francese a ritirarsi.
La Confraternita di San Geminiano è una fra le più antiche e conosciute dell’Italia settentrionale. È un’Associazione di fedeli laici che anticamente presentavano ogni anno in Duomo i ceri e l’olio per la lampada votiva (devozione poi trasferita nel sec. XVI dagli Este alla Comunità con apposito Decreto). Nel 1492 il Vescovo approvò i primi Statuti della Confraternita. Oggi i Confratelli promuovono soprattutto iniziative culturali e religiose legate alla devozione nei confronti del Santo Protettore e alla conservazione della Chiesa Chiesa Beata Vergine delle Grazie, ricevuta in uso perpetuo nel 1877, dove ha sede la Confraternità.
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