Il Punto nascita di Mirandola non riaprirà, l’assessore regionale Fabi: “Tenere aperti quelli con bassa casistica è un rischio per donne e bambini”
In Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali dell’Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi, ha delineato le linee guida e gli obiettivi strategici del prossimo quinquennio. Tra i temi, innovazione della governance del servizio sanitario regionale, costruzione della rete ospedaliera del futuro, riordino del sistema dell’emergenza urgenza, investimento sul capitale umano e professionale del servizio sanitario regionale, parità di genere; accelerazione della transizione digitale, piena attuazione del piano di investimenti PNRR; innovazione nel campo della ricerca sanitaria. Ma anche il no alla riapertura dei punti nascita periferici, tra i quali rientra anche quello di Mirandola.
"Saranno tempi e momenti in cui convincere le persone e soprattutto gli eletti dai cittadini che tenere aperti dei punti nascita con bassa casistica è un rischio per le donne e per i bambini. Su questo non transigeremo" ha detto a questo proposito l'assessore alla Sanità Fabi in Commissione.
“La crisi della sostenibilità del servizio sanitario nazionale, legata a un problema di sottofinanziamento governativo e al costante invecchiamento della popolazione - ha sottolineato, parlando, invece, più in generale del servizio sanitario dell'Emilia-Romagna, Fabi- ci obbliga a guardare subito al futuro. L’Emilia-Romagna ha un servizio pubblico sanitario forte ed efficiente, e siamo sempre tra le Regioni benchmark per i Livelli essenziali di assistenza, ma non vogliamo e non possiamo accontentarci. Nei prossimi cinque anni metteremo in campo iniziative innovative di governance, con il preciso obiettivo di garantire la sostenibilità economica del sistema attraverso nuovi percorsi organizzativi e gestionali, valorizzeremo al massimo le sinergie intersettoriali per la promozione della salute e, per quanto di nostra competenza, il capitale umano, la vera ricchezza del nostro servizio sanitario, con uomini e donne a cui non ci stancheremo mai di dire grazie”.
In particolare sull’innovazione della governance l’assessore ha anticipato che sarà potenziato il coordinamento delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie, il ruolo gestionale dei distretti e il coordinamento e la coesione delle Aziende sanitarie: “La Regione è rappresentata sul territorio dalle Aziende sanitarie e Ospedaliere e i nuovi direttori generali sono stati nominati anche sulla base della loro capacità di lavorare in squadra: lavoreremo insieme, anche per promuovere l’integrazione strutturale e funzionale e perfezionare i percorsi di unificazione già avviati nei territori di Parma e Ferrara”.
La rete ospedaliera sarà ottimizzata per garantire appropriatezza, efficienza erogativa e qualità di accesso, da declinare anche in termini di accessibilità ai servizi: “I luoghi di cura devono essere vicini alla residenza delle persone, e se l’attività nell’ambito chirurgico più complesso deve essere concentrata nei grossi capoluoghi, vanno invece decentrati tutti gli interventi a bassa complessità, con un ospedale di primo livello per ogni distretto. Nessuna chiusura o destrutturazione, ma miglioramento dell’efficienza”.
Nel suo intervento l’assessore si è poi soffermato sul tema delle liste d’attesa: “Siamo la regione che ha la produzione specialistica ambulatoriale più alta d’Italia; ora dobbiamo governare meglio la domanda di accesso, attraverso un forte patto con i prescrittori”, e sul riordino del sistema dell’emergenza urgenza, ricordando che entro il 2025 sarà attivato il numero 116 117.
Poi il rafforzamento delle azioni di prevenzione, sia primaria che secondaria, passando anche per il contrasto all’antibiotico resistenza, che sarà sempre più determinante: “Tra i tanti timori non c’è solo il passaggio di virus e batteri da animali all’uomo, ma le resistenze che si sviluppano nei confronti dei farmaci - ha evidenziato Fabi -. Centrale è il corretto utilizzo degli antibiotici, sulla base dell’appropriatezza e della necessarietà”. Altro snodo rilevante della sanità futura, lo sviluppo dell’assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale territoriale attraverso le Case di comunità, che rappresentano la forte integrazione di tutti questi saperi disciplinari, e la strutturazione delle Aggregazioni funzionali territoriali dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali. Centrale sarà il ruolo degli enti del Terzo settore, vero capitale sociale dell’Emilia-Romagna. Previsto inoltre un rafforzamento della rete di cura e assistenza rivolta ai minori con gravi disturbi psicotici: entro giugno al reparto ospedaliero dedicato di Rimini si aggiungeranno quelli di Bologna e Parma.
Tra le priorità anche lo sviluppo della telemedicina e del teleconsulto e l’innovazione nel campo della ricerca, per cui l’assessore ha anticipato un preciso impegno della Regione: “Tutte le Aziende sanitarie, non solo quelle ospedaliere, hanno nella propria missione la ricerca, dobbiamo sviluppare la collaborazione tra i saperi che si dedicano a questo ambito e creare le condizioni contrattuali perché alcuni profili fondamentali per la ricerca, i data manager, possano avere occupazione anche all’interno delle Ausl, a prescindere dal fatto che siano integrate o meno con le Università”.
“Lavoreremo insieme - ha concluso Fabi -. per dare ai nostri cittadini cure e servizi sempre più innovativi, efficienti e a misura di paziente. Vogliamo mantenere, difendere e rafforzare, nonostante i sottofinanziamenti statali, quel sistema sanitario pubblico e universalistico che è uno dei più grandi patrimoni di questa regione e di questo Paese”.
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