Attacchi al Liceo “Fanti” di Carpi, Pd: “Ai docenti abbiamo da dire soltanto una parola: grazie”
CARPI - Nota stampa della segretaria del Partito Democratico di Carpi Daniela Depietri:
“Il Fanti forma da generazioni studenti autonomi e in contatto col mondo. La destra vede indottrinamento in ogni angolo perché non è abituata al confronto libero. Risorse per gli insegnanti, per le attività didattiche, per gli edifici scolastici, per una formazione che sia costantemente aggiornata: questo è quel che serve alla scuola. Quel che invece non serve sono i continui, scomposti e chiassosi tentativi in atto da settimane da parte della destra, a Carpi e non solo, per intimidire il mondo della scuola, dai dirigenti ai docenti. L’obiettivo ci sembra chiaro: intimorire chi si occupa tutti i giorni della formazione e della crescita, anche civile, dei nostri giovani. Ma davvero, con tutti gli aiuti di cui il mondo della scuola necessita, l’esponente nazionale di un partito come la Lega, che esprime la maggioranza al governo del Paese, trova il tempo di intervenire sulla vicenda del Liceo Fanti, dando manforte ai suoi esponenti sul territorio? Non c’è davvero nulla di più importante, che necessiti di una priorità maggiore, di cui occuparsi? Certo, immaginiamo che l’imprinting sia quello del segretario Salvini, che dovrebbe dedicare ogni secondo utile delle sue giornate a tentare di risolvere i problemi che riguardano i trasporti italiani, la cui disastrosa situazione è sotto gli occhi di tutti, e soprattutto dei poveri cittadini costretti a mettersi in viaggio in treno, mentre invece non perde occasione per intervenire su tutto e il contrario di tutto, come se invece che ritardi di ore e interi tratti ferroviari paralizzati fosse ministro dei trasporti della confederazione elvetica.
Ciò detto, la destra proprio non riesce a sopportare il concetto di autonomia scolastica, e vede dunque complotti ovunque: questo perché conserva, e desidererebbe, un’idea di scuola da antico regime, chiusa alle relazioni e al dialogo con il territorio e la società. Noi del Partito Democratico, invece, all’autonomia ci crediamo, e anche crediamo alla buona fede di docenti e dirigenza, e ne constatiamo ogni giorno la grande professionalità, la passione, l’impegno. E, per questo, soltanto una parola abbiamo da dire, a tutti coloro che si occupano delle giovani generazioni: grazie. In chiusura, vorrei richiamare il fatto che si è tentato di fare tanto rumore per nulla: non sarà che quel richiamo all’antifascismo ha innervosito qualcuno? Eppure sull’antifascismo si regge la Costituzione della nostra Repubblica. Confidiamo che quella, i docenti, possano continuare a leggerla, e insegnarla, e trasmetterla, nel testo come nei valori, senza passare per pericolosi agenti del Comintern sotto copertura".
Così, invece, Emanuele Saullo, Anna De Lillo, Matteo Silvestri e Riccardo Martino (Giovani Democratici):
“Le dichiarazioni dell'onorevole Rossano Sasso (Lega) sono l’ennesima patetica dimostrazione di come la destra si ricordi dell'esistenza della scuola pubblica solo quando deve attaccare docenti e studenti o portare avanti le sue deliranti teorie sull’“indottrinamento”. Per tutto il resto del tempo, l’unico contributo della destra alla scuola è fatto di tagli, precarizzazione e disprezzo per il ruolo della scuola pubblica in questo paese. Sono arrivati persino al paradosso di chiedere sui social ai propri sostenitori di "denunciare" libri scolastici sgraditi al governo (ma d'altronde la censura è un antico vizio da quelle parti), mentre giusto ieri Fratelli d’Italia e Gioventù Nazionale, presi dalla foga, hanno detto ad alta voce quello che sanno tutti, cioè che per loro l’antifascismo è un’idea di parte che non dovrebbe trovare posto nelle nostre scuole, non l’ideale politico su cui è nata la nostra Repubblica e che dovrebbe legare tutti i cittadini e le cittadine. Parlare di "indottrinamento" solo perché in una scuola si leggono libri e si promuove il dibattito è ridicolo, ma purtroppo non sorprende: la destra ha paura di una scuola che insegni a pensare. E così, ogni volta che un istituto affronta temi di attualità, o permette agli studenti di confrontarsi con la realtà, scatta la solita crociata contro un presunto complotto della sinistra.
È da un mese e mezzo che la destra carpigiana cerca disperatamente di tirare per la giacchetta il governo nazionale, cercando di trasformare ogni pretesto in un caso politico. E la cosa più ridicola è che gli stessi che, nel 2019, esultavano per aver "liberato la Consulta Provinciale degli Studenti dalla sinistra", ora gridano "fuori la politica dalle scuole”, con un'ipocrisia senza limiti. Tutto ciò mentre non dicono una parola sulla vera minaccia che devono affrontare il Fanti e le altre scuole del nostro paese: i 4 miliardi di euro che il loro governo ha tagliato alla scuola pubblica e la riduzione di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia e di 2.174 posti del personale amministrativo tecnico e ausiliario. Le urla della destra non sono altro che fumo negli occhi, le ennesime polemiche per nascondere il fatto che sulla scuola, come purtroppo su molti altri argomenti, la destra italiana non ha un piano se non tagliare per favorire il privato”.
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