Incendio al carcere di Modena, i parlamentari Pd: “Solidarietà agli agenti coinvolti”
“Un altro gravissimo episodio è avvenuto nella Casa circondariale Sant’Anna: è chiaro che la situazione è tesissima e se non si interviene si rischia che precipiti ulteriormente”: a parlare sono i parlamentari modenesi del Partito Democratico Stefano Vaccari, Maria Cecilia Guerra ed Enza Rando, che qualche giorno addietro avevano effettuato un sopralluogo nella struttura.
La nuova presa di posizione avviene dopo che un incendio appiccato per protesta da alcune persone detenute, e che ha visto ricoverata una di loro in prognosi riservata al centro grandi ustionati di Parma, un’altra perché parzialmente intossicata, ma anche il coinvolgimento di 9 agenti portati in nosocomio per le inalazioni da fumo, per fortuna non gravi.
“Esprimiamo la nostra piena solidarietà agli agenti coinvolti e agli operatori sanitari senza l’intervento dei quali probabilmente l’epilogo sarebbe stato più tragico – continuano i parlamentari – ma appare evidente che, se il sistema carcerario non funziona, come ci hanno detto loro stessi lunedì scorso, a farne le spese sono tutti, sia i condannati che il personale. Per questo lanciamo un appello alla cooperazione e alle imprese modenesi perché possa prendere in via straordinaria persone a lavorare fuori dal Sant’Anna, e più in generale è la comunità intera che deve attivarsi per far fronte a questa situazione: serve la disponibilità per lavori socialmente utili, volontariato, assunzioni. Come insegna anche l’Associazione carcere-città, che da anni svolge un encomiabile e importantissima opera di collegamento, il carcere non è, o meglio non dovrebbe essere, una sorta di spazio extraterritoriale, una zona franca slegata dal territorio nel quale è situato, ma uno spazio, sicuramente difficile e complesso, tuttavia inserito in una rete della quale fanno parte anche le altre realtà cittadine. Tra cui istituzioni, Terzo settore e mondo imprenditoriale. La maggioranza e il Governo, che si dilettano con l’introduzione di sempre nuovi reati, contribuiscono ad alimentare queste situazioni esplosive, senza accettare mai di confrontarsi seriamente con la drammaticità del problema, e senza investire risorse per migliorare le condizioni di detenzione. Se dunque il Governo ha certamente la piena responsabilità della situazione generale in cui versano le carceri italiane, nessuno può sentirsi escluso, e tutti dobbiamo fare la nostra parte per migliorare le condizioni di vita all’interno degli istituti di pena: sia quella delle persone detenute che di agenti e operatori”.
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