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01 Luglio 2025
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“Carpi Civica”: “C’Hera una volta Aimag”

CARPI - Nota stampa di Monica Medici, consigliera comunale di "Carpi Civica":

"L’accordo industriale tra Hera ed Aimag, commissionato dai 21 Comuni soci Aimag a novembre 2024, è stato ampiamente riportato da tutta la stampa locale e tutti danno per certo che le variazioni societarie si realizzeranno entro giugno 2025, incuranti della volontà e degli interessi dei cittadini che sono gli unici veri soci di maggioranza di Aimag Spa. Come consigliera comunale di Carpi Civica voglio spiegarvi cosa sta veramente accadendo. Potremmo riassumere con “c’Hera una volta Aimag” piccola società multiutility per la gestione dei beni comuni dove gli utili erano preziosi per i bilanci comunali, poi per volontà di una politica dedita solo al potere, un giorno fu inglobata in una grande società e divenne pane per gli investitori con accento inglese ed americano. I comuni cedono di fatto la maggioranza di Aimag ad Hera a fronte di un aumento di capitale in natura riservato ad Hera stessa ma in realtà stanno acquisendo “debiti futuri”, non certo un’impresa rigogliosa quella rappresentata dal servizio idrico integrato di Modena, per il quale verrà costituita una nuova società, oggetto di conferimento in Aimag da parte di Hera per un 45%, in cambio Aimag permetterà ad Hera di passare dall’attuale 25% al 41% del proprio capitale. La rete idrica modenese ha perdite oltre la media nazionale che si assestano al 36,7% dei 7.200 Km. di estensione mentre la media di Carpi, Mirandola e bassa mantovana è del 26% con una estensione di 2.000 km. Quindi a breve dopo la gara dell’acqua, la cui vittoria pare certa da parte di Aimag, si dovrà procedere ad ingenti investimenti per rifare la rete idrica modenese con aumento delle bollette anche per gli attuali utenti Aimag che con le loro bollette hanno da sempre mantenuto la rete idrica in eƯicienza, saranno costretti in futuro a pagare per anni di totale mancanza di investimenti sulla rete modenese da parte di Hera. Quindi prima abbiamo pagato per la rete idrica nostrana e poi dovremo pagare anche per quella dei modenesi perché Hera con le bollette ha distribuito dividendi e non migliorato la rete che è un colabrodo.

I comuni soci mantengono formalmente la maggioranza con il 51% del capitale sociale di Aimag ma di fatto non hanno nessun premio di maggioranza nel nuovo cda che sarà di 8 membri di cui 4 nominati da Hera ed anche il Direttore generale sarà nominato da Hera, questo consentirà a pieno titolo di esercitare una influenza dominante da parte di Hera su Aimag procedendo al bilancio consolidato, vero obiettivo di Hera; qualcuno veramente crede alle nuove collaborazioni e sinergie tra le due società, tanto propagandate dai Sindaci e dai rispettivi Cda, ma veramente pensiamo che Hera che fattura ben 37 volte l’importo di Aimag abbia bisogno del Know-how di Aimag? Per Hera eleminare la concorrenza di Aimag, se pur piccola, consente di consolidare il monopolio territoriale di cui gode, assumendo sempre maggior potere nei confronti delle istituzioni che dovrebbero tutelare e garantire i principali beni comuni ovvero acqua, ambiente ed energia. Siamo convinti che anni di impegno dei cittadini per una raccolta dei rifiuti rispettosa dell’ambiente sia mantenuta quando l’inceneritore di Hera a Modena deve bruciare H24? Hera in cambio di questa operazione ha promesso finanziamenti ad Aimag per procedere a nuovi e necessari investimenti, circa 250 milioni, forse sarebbe meglio definirli ricollocazione delle risorse divenendo Aimag di fatto proprietà di Hera, e buona parte di questi investimenti verranno fatti a nome di Aimag per tamponare le tante falle del servizio idrico di Modena; quindi, Hera con una mano presterà e con l’altra prenderà.

I Comuni si sono lasciati lusingare dalla certezza di dividendi per i prossimi anni pari a 5 milioni complessivi con un dividendo straordinario nel 2025 per recuperare il mancato dividendo del 2024, ben poca cosa se solo nel lontano 2020 Aimag distribuiva dividendi ai comuni per oltre 10 milioni; considerando l’inflazione di questi ultimi anni la nuova Aimag made in Hera darà dividendi ai comuni di fatto pari ad un terzo rispetto a prima. Ma come siamo arrivati a questa resa incondizionata? Perché non si è fatto un aumento di capitale mediante sottoscrizione di azione di risparmio da parte degli utenti? Perché l’acqua deve diventare un bene privato in mano a fondi stranieri? Una storia che ebbe inizio nel 2009 quando il sindaco PD Campedelli aprì la compagine societaria ad HERA ufficialmente con lo scopo di rafforzare AIMAG con la partnership industriale, cosa che non si realizzò mai; non valeva la pena per Hera impegnarsi e faticare a fronte di una partecipazione minoritaria del 25%. L'ostacolo principe al cammino per giungere al controllo da parte di HERA furono i cittadini di Carpi che, consultati mediante un quesito Referendario nel 2017, espressero la loro contrarietà alla vendita di AIMAG, cosa che ora avviene nei fatti pur mantenendo un 51% di forma. Le condizioni favorevoli ad HERA furono create dai sindaci PD Bellelli e Solomita che a Marzo del 2023 imposero come diktat per il rinnovo del patto che univa i Sindaci soci l'accettazione del piano industriale proposto da HERA ora in atto.

Negli ultimi anni Aimag è stata amministrata in modo da bloccare ogni significativa crescita industriale, addirittura progetti del Pnrr vinti e poi bloccati senza una reale giustificazione, aumento dell’ indebitamento della società senza gli opportuni meccanismi di tutela dei cambi di tasso, accantonamenti per rischi inesistenti pur di dimostrare una perdita; un silenzioso lavoro da parte del Cda e di alcuni Sindaci per portare Aimag con l’acqua alla gola, in modo che la corda lanciata da Hera, risultasse un salvagente e non un cappio; infine grande è la responsabilità del Pd modenese che ha perseguito l’ideologia delle privatizzazioni nel nome dell’eƯicienza, non curanti della volontà dei cittadini che con un referendum hanno dichiarato la volontà di mantenere l’acqua pubblica. Chi sostiene che AIMAG rimarrà a guida pubblica mente pubblicamente, la scalata di HERA, azienda quotata in borsa e votata, per statuto, al massimo profitto ne muterà radicalmente le scelte sia verso gli utenti che verso le amministrazioni. Cari concittadini scegliete voi o mettete mano al portafoglio o ribellatevi in ogni modo ora non domani".

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