Polemica sul calendario della Polizia Penitenziaria, la replica del sindacato al Pd: “Denotano il definitivo allontanamento della sinistra dalla realtà delle carceri”
Continua la polemica sul calendario 2025 della Polizia Penitenziaria.
A sollevare le accuse è stato il Pd definendo gravissime le immagini che lo promuovono.
"Abbiamo presentato un’interrogazione a risposta orale al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Giustizia a seguito della pubblicazione del video promozionale del calendario 2025 della Polizia Penitenziaria - si legge in una nota -. Nel video vengono mostrate immagini da cui traspare l'utilizzo di manganelli, armi, ecc. Si tratta di immagini violente non rendono merito al lavoro quotidiano di questo Corpo preziosissimo per il funzionamento della macchina della giustizia del nostro Paese. Chiediamo al Governo di ritirare immediatamente il nuovo calendario della Polizia Penitenziaria".
Immediata la replica del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPe) che, sulla vicenda dichiara: "Le polemiche del Pd sul calendario della Polizia Penitenziaria sono inutili, sterili e pretestuose e denotano il definitivo allontanamento della sinistra dalla realtà delle carceri".
“Dopo l’assordante silenzio sulle aggressioni ai poliziotti penitenziari, le spallucce sulle rivolte, l’indifferenza sul sovraffollamento e l’inerzia nei confronti delle tragedie dei suicidi (oltre ottanta nel 2024), il Pd ritrova un anelito di voce sulle carceri e lo spreca per sproloquiare sul calendario 2025 della Polizia Penitenziaria”, questo l’amarissimo commento del segretario generale del SAPPe Donato Capece alle dichiarazioni di alcuni parlamentari diffuse stasera da alcune agenzie di stampa. “Ai nostalgici dei calendari del Corpo del passato, in cui erano immortalati più detenuti che agenti, ricordo che la Polizia Penitenziaria è uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato e fu un Ministro della Giustizia come Oliviero Diliberto – un gigante rispetto a tante formichine - a connotare sempre più ed a valorizzare questa specifica identità dei Baschi Azzurri, appartenenti ad un Corpo di Polizia dello Stato specializzato e quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive. Beati loro, che si indignano per delle foto e che, come lo stolto che guarda il dito anziché la luna, non fanno mea culpa, omettendo di evidenziare le precise responsabilità politiche di chi trasformò le carceri in luoghi di anarchia e illegalità approvando provvedimenti come la vigilanza dinamica ed il regime aperto, la chiusura dei provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria, delle centrali operative e delle basi navali del Corpo”, conclude il leader nazionale del SAPPe, ricordando che i proventi della vendita del calendario sono destinati “all’assistenza degli orfani e dei figli con disabilità del personale – tutto! – dell’Amministrazione penitenziaria. Per questo siamo certi che i parlamentari che oggi criticano il nostro calendario non perderanno l’occasione di dare un segno concreto di solidarietà e vicinanza in questa direzione… Noi siamo pronti a fornire l’Iban dedicato.” .
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