Modena, in consiglio comunale l’interrogazione della Lega sulla Street Parade
MODENA - Chi paga lo spiegamento dei mezzi e del personale Hera a seguito del corteo sedicente anarchico dello Street Parade? Quali sono i presupposti e le spese legate alla messa a disposizione di un furgoncino del Comune e uno della Regione nel corteo? Quale il costo generale a carico del Comune derivante dall’impatto dello Street parade? Quanto è costata ai modenesi la scelta di quel percorso a ridosso del centro che ha comportato la rimozione e l’opera di chiusura dei cassonetti lungo i viali, il cambio della viabilità, la messa in campo di decine di agenti della Polizia Locale per una intera giornata?
La diffusa somministrazione di bevande alcoliche dai carri del corteo e in carrelli della spesa fuori da ogni regola igienica e commerciale era legittimata, visto che non abbiamo visto nessun controllo e nessun intervento? Perché, mentre i modenesi dovevano lasciare in garage la loro auto anche euro 5 per le restrizioni anti-smog, si è scelto di fare circolare a passo d’uomo, a per ore, a ridosso del centro, camion diesel con a bordo grandi generatori di corrente ad alta emissione?
Sono solo alcune domande contenute nella corposa interrogazione depositata dal Consigliere comunale e capogruppo Lega Giovanni Bertoldi successiva alla Street Parade.
“Se l’evento non si poteva vietare – prosegue Bertoldi - era però possibile, come era stato chiesto, spostarlo in altra zona della città, evitando il Centro e i Viali, anche solo in funzione dei grandi disagi che avrebbe provocato nella giornata di sabato. Così come era possibile cambiare le ‘regole di ingaggio’, tra cui il divieto assoluto di somministrazione abusiva di bevande alcoliche e l’uso di sostanze stupefacenti oltre che la circolazione prolungata di mezzi pesanti ed inquinanti a ridosso del centro. La manifestazione non doveva trasformarsi, così come è successo, in una zona franca per l’uso e l’abuso di alcool e droga, perché le conseguenze potevano essere più gravi di quelle che comunque in un caso si sono dimostrate. L’aggressione, da parte di un partecipante spacciatore poi arrestato, a danno dei sanitari della Croce Rossa e ai Carabinieri in servizio ne è la conferma.
Il diritto a manifestare, che va garantito, poteva e doveva essere esercitato in altre forme e in altri luoghi. Meno impattanti, meno costosi per la collettività, e più sicuri. Non vorremmo, dopo due precedenti, valesse il detto ‘non c’è due senza tre’.
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