Cgil su piano di razionalizzazione delle Poste: “Fare pressioni sull’azienda per evitare lo smantellamento del servizio”
EMILIA ROMAGNA - Pubblichiamo il comunicato stampa della Cgil sul piano di razionalizzazione di Poste Italiane.
"A partire da dicembre 2024 ha preso il via il “piano di razionalizzazione” di Poste Italiane, che prevede la chiusura di 14 uffici, la riduzione dei giorni d’apertura e la disattivazione del turno pomeridiano di uffici postali nella nostra regione.
Alla vigilia di un’ulteriore privatizzazione di Poste Italiane Azienda che continua ad aumentare i profitti come Cgil segnaliamo allarmati la riduzione del servizio postale che significa in alcuni casi privare il territorio di un servizio essenziale.
Viene meno la diffusione capillare del servizio postale su tutto il territorio regionale e la coesione sociale di intere comunità.
A farne le spese saranno le comunità più svantaggiate, rurali ed appenniniche, gli anziani costretti a spostarsi con enorme disagio e le persone fragili. Non possiamo permetterci di lasciare cittadini senza servizi e lavoratrici e lavoratori senza tutele.
La riduzione del servizio non si concilia affatto con il tanto sbandierato “progetto Polis Case dei Servizi digitali” promosso dal Governo. Un progetto che rientra nel PNRR con l’obiettivo di rilanciare i territori interni, favorire la coesione sociale, economica e territoriale del Paese e il superamento del divario digitale nei piccoli centri e nelle aree interne.
A fronte della crescita degli strumenti digitali come unico modo di interfacciarsi con istituzioni e aziende, cosa che rischia di marginalizzare ampie fasce di popolazione a scarsa alfabetizzazione informatica (tra cui soprattutto gli anziani), diventa preminente garantire un servizio pubblico essenziale.
Coniugare sviluppo dell’impresa con la qualità del lavoro e del servizio alla cittadinanza, deve essere compito prioritario per un’Azienda ancora a controllo pubblico e che tale vogliamo rimanga.
Un patrimonio che non vogliamo disperdere con la chiusura degli uffici e la riduzione del servizio.
Lavoratrici e lavoratori di Poste insieme ai pensionati e ai cittadini denunciano questo scempio a danno della collettività e chiedono alle istituzioni di fare pressioni su un’Azienda che è, almeno sulla carta, ancora pubblica e di farsi carico delle conseguenze che comporterebbe il graduale smantellamento di un servizio essenziale a danno di intere comunità".
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