San Felice, a Cinevalley arriva Alvaro Vitali: il Pierino degli anni Ottanta ancora nei nostri cuori
Di Marcello Benassi
SAN FELICE SUL PANARO - "Se sei come me/ C'è chi te dirà/ Smetti de gioca', comincia a studia'": pare impresa complicata immaginare Alvaro Vitali, senza accompagnare la rappresentazione della sua figura con i primi versi di "Col fischio o senza?", il celebre inno del Pierino anni Ottanta. Un destino inscindibile quello dell'attore romano e del monello per eccellenza, che ha decretato il successo sempiterno di una carriera e un amore pressoché incondizionato da parte del pubblico, nonostante il vento del "politically correct" - oggi - spinga le vele della comicità su ben altri lidi.
Nulla di male, i tempi cambiano, ma la vis comica di uno dei più solidi caratteristi del cinema italiano non può essere negata, nemmeno di fronte all'odierna inopportunità di determinati elementi di quel cinema un filo "pecoreccio". Già, perché Vitali, classe 1950 e poco più di un metro e mezzo di statura, una risata la strappa sempre, senza sforzo e con la naturalezza del talentuoso saltimbanco: basta udire la sua voce, preadolescenziale anche a più di settant'anni, osservare l'espressione sorniona e un poco beffarda, ricordare le mille impertinenze del suo Pierino, per abbandonarsi a un'ilarità istintiva, immediata. E forse, proprio quella coincidenza così coerente fra il personaggio e la persona (fra l'interpretato e l'attore), aveva spinto Federico Fellini a coinvolgerlo giovanissimo in certi suoi capolavori quali Fellini Satyricon, Roma e Amarcord: una collocazione a pieno titolo nel cinema onirico del Maestro, in cui la quarta parete che divide spettacolo e spettatori, realtà e sogno, pare infrangersi innanzi alla rêverie circense dei suoi interpreti. Un esordio d'autore per Vitali, che ha poi consacrato il proprio successo di pubblico - certo non di critica - con la commedia sexy, capace di riempire le sale ma non di compiacere gli addetti ai lavori. Poco male, perché a distanza di tanti anni, in un pomeriggio d'ottobre piuttosto uggioso della Bassa, il talentuoso Pierino è stato accolto da un'ampia pletora di fans, alcuni addirittura desiderosi di farsi autografare l'autobiografia dell'attore. Anche noi abbiamo incontrato Alvaro Vitali e gli abbiamo posto qualche domanda.
Ha già avuto modo di visitare San Felice e le installazioni di Cinevalley?
A dire il vero, sono venuto ieri sera un po' tardi, mi sono svegliato adesso. Vediamo più tardi, caso mai si gira un po'.
Cosa resta di Pierino nel cuore delle persone?
Questo personaggio è rimasto, amato da tutti, grandi e bambini. Ho lasciato qualcosa nella vita.
Qual è il suo ricordo di Federico Fellini?
Ho tantissimi bei ricordi. Federico era l'uomo più intelligente e umano del mondo.
Il racconto dell'attore è poi proseguito nel pomeriggio, con tanti aneddoti dell'infanzia e della carriera. Su tutti, uno appare profetico: "Quando ero bambino", ricorda Vitali, "andavo con la nonna al cimitero e mi piaceva onorare con i fiori una vecchia tomba, quasi abbandonata. L'avevo scelta a caso, ma era quella di Ettore Petrolini". Il caratterista narra, fa sorridere, incanta il pubblico con gli episodi di una vera vita d'artista. Sul volto, il sorriso impenitente di chi ha capito che "Alla vita è mejo daje der tu".
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