Novi di Modena, una petizione per riavere la Torre “merlata”, simbolo e identità del paese.
Sono state raccolte più di 1400 firme per ridiscutere il progetto di ricostruzione della torre civica di piazza Primo Maggio, approvato nel 2022 da Soprintendenza e Amministrazione. Da Bologna prendono atto dell’istanza ma non ritengono necessario nemmeno incontrare i promotori della petizione rispondendo che quel progetto è già stato concertato tra i due enti.
A inizio estate a Novi è partita una petizione, indirizzata alla Soprintendenza, sulla ricostruzione della Torre civica di piazza Primo Maggio, il cui progetto approvato non rispecchia il forte ruolo identitario per la comunità, requisito che i firmatari ritengono alla base di una ricostruzione che sia riconoscibile dalla popolazione novese. La petizione ha raccolto 1409 firme ed è stata inviata alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna che ha risposto lo scorso 2 ottobre prendendo atto dell’istanza, sostenendo il progetto approvato frutto della concertazione con l’amministrazione comunale e senza nemmeno voler incontrare i promotori.
«Siamo consapevoli che la nostra Torre "merlata" non c'è più, ma non vogliamo arrenderci a un progetto di così basso profilo come quello approvato, non vogliamo perdere l'identità del nostro paese che quella torre crollata rappresentava e rappresenta ancora. Il progetto approvato è un ennesimo falso storico che scimmiotta la torre settecentesca e che nessuno ha mai visto, se non in qualche sgualcita immagine antica, e non fa altro che evidenziare la completa mancanza di coraggio di chi l'ha pensata. Se si deve pensare a un falso storico che almeno sia una rivisitazione in chiave moderna di quella crollata, che è quella che è tuttora nella memoria di tutti i novesi – afferma Diego Zanotti, uno dei promotori della petizione -. Non c’è stato nemmeno il coraggio di proporne una davvero contemporanea e dirompente nello stile e nelle linee, che potesse diventare il simbolo delle future generazioni. Molto probabilmente non avrebbe comunque convinto: dopo tutto ciò che ha tolto il sisma, una comunità ha bisogno di riconoscersi anche nei simboli che ha perduto, ma almeno sarebbe stata una scelta coraggiosa e di futuro».
A inizio estate a Novi è partita una petizione, indirizzata alla Soprintendenza, sulla ricostruzione della Torre civica di piazza Primo Maggio, il cui progetto approvato non rispecchia il forte ruolo identitario per la comunità, requisito che i firmatari ritengono alla base di una ricostruzione che sia riconoscibile dalla popolazione novese. La petizione ha raccolto 1409 firme ed è stata inviata alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna che ha risposto lo scorso 2 ottobre prendendo atto dell’istanza, sostenendo il progetto approvato frutto della concertazione con l’amministrazione comunale e senza nemmeno voler incontrare i promotori.
«Siamo consapevoli che la nostra Torre "merlata" non c'è più, ma non vogliamo arrenderci a un progetto di così basso profilo come quello approvato, non vogliamo perdere l'identità del nostro paese che quella torre crollata rappresentava e rappresenta ancora. Il progetto approvato è un ennesimo falso storico che scimmiotta la torre settecentesca e che nessuno ha mai visto, se non in qualche sgualcita immagine antica, e non fa altro che evidenziare la completa mancanza di coraggio di chi l'ha pensata. Se si deve pensare a un falso storico che almeno sia una rivisitazione in chiave moderna di quella crollata, che è quella che è tuttora nella memoria di tutti i novesi – afferma Diego Zanotti, uno dei promotori della petizione -. Non c’è stato nemmeno il coraggio di proporne una davvero contemporanea e dirompente nello stile e nelle linee, che potesse diventare il simbolo delle future generazioni. Molto probabilmente non avrebbe comunque convinto: dopo tutto ciò che ha tolto il sisma, una comunità ha bisogno di riconoscersi anche nei simboli che ha perduto, ma almeno sarebbe stata una scelta coraggiosa e di futuro».
«La torre civica di piazza Primo Maggio, così come ogni cittadino l’ha sempre vista fino al 2 giugno 2012, è la nostra Torre, è la Torre simbolo di una intera comunità, è la Torre che si ritrova nella maggior parte dei loghi delle associazioni di volontariato del paese, è la Torre che rappresenta la nostra Proloco, è la Torre che spesso e volentieri compare nei simboli elettorali delle liste che si presentano alle elezioni amministrative, è la Torre che almeno una volta è stata rappresentata nelle opere di tutti gli artisti di origini o di adozione novese, è stata ed è spesso il logo di attività imprenditoriali nate e cresciute in questo comune, è l’immagine che per prima compare nelle ricerche di Google digitando “Novi di Modena”, questo è per i novesi la torre merlata» afferma Mara Manicardi, anch’essa tra i promotori della raccolta firme.
«A questo punto, dopo la risposta ricevuta da Bologna, abbiamo chiesto al Sindaco che si faccia promotore di una assemblea pubblica, invitando tra i relatori la Soprintendenza e i tecnici progettisti della "nuova" Torre, affinché spieghino e lo spieghino soprattutto ai novesi, cosa intendono per "riedizione della torre crollata che cerca di restituire la lettura delle masse fabbricative e dei caratteri identitari della torre stessa" come da risposta della stessa Soprintendenza. Crediamo che almeno questo i novesi se lo meritino», conclude Diego Zanotti.
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