Spreco alimentare: nel primo semestre 2024 con CiboAmico recuperati oltre 2.000 pasti dalla mensa Hera di Modena
In occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, che si celebra il 29 settembre, il Gruppo Hera rende noti i dati, aggiornati all’ultimo semestre, relativi al progetto CiboAmico, nato nel 2009 dalla collaborazione tra la multiutility e Last Minute Market, impresa sociale e società spin off dell’Università di Bologna.
L’iniziativa coniuga il contrasto allo spreco alimentare con la volontà di transizione verso un’economia circolare e ha l’obiettivo di conseguire benefici non solo di tipo economico e ambientale, ma anche sociale.
Grazie a CiboAmico, da gennaio a giugno di quest’anno è stato possibile distribuire a persone in stato di necessità oltre 8.750 pasti rimasti intonsi provenienti da 8 mense aziendali della multiutility.Il valore complessivo di questo cibo recuperato supera i 34.500 euro e si è evitato lo spreco di quasi 4 tonnellate di alimenti.
Nello stesso periodo, dalla mensa Hera di Modena, grazie a CiboAmico è stato possibile recuperare oltre 2.000 pasti, per un valore complessivo che supera gli 8.400 euro. Un risparmio che ha consentito alla onlus locale coinvolta, di CEIS A.R.T.E. cooperativa sociale Onlus, di investire le risorse così liberate in altri progetti.
A Modena il progetto CiboAmico è da tempo attivo anche al Mercato Albinelli. Dal 2017, infatti, i commercianti del mercato possono donare le loro eccedenze.
Dal 2020 si è avviato il recupero delle eccedenze alimentari anche all’Agricola Prima Natura di via Rainusso. Ciò ha permesso di allargare la rete di collaborazione alla Caritas Diocesana di Modena che effettua i recuperi attraverso le proprie strutture cittadine.
Nei primi sei mesi di quest’anno, quindi, sono stati raccolti e utilizzati oltre 1.000 Kg di prodotti alimentari grazie a 10 esercenti che donano a Caritas Diocesana e CEIS.
Dal 2009 (data di avvio del progetto) ad oggi i pasti recuperati grazie a CiboAmico sono stati oltre 146.000, per un valore totale che supera i 600.000 euro. Oltre ad avere risparmiato risorse, come acqua, energia e terreno, necessarie al confezionamento dei pasti, i sono evitate, così, la produzione di 65 tonnellate di rifiuti (corrispondenti a oltre 140 cassonetti) e l’emissione di oltre 268 tonnellate di CO2.
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