Si parla di Geopolitica a Soliera: grande partecipazione all’iniziativa di Limes Modena
Si parla di Geopolitica a Soliera: grande partecipazione all'iniziativa di Limes Modena, organizzata in collaborazione con l'Università Libera Età Ginzburg e il Comune. Prosegue anche domenica mattina dopo il pienone di sabato. In tanti hanno affollato la sala del Nuovo Cinema Teatro Italia per capire le sfide che ci attendono.
Il titolo della rassegna è “Il nuovo Grande Gioco. Conferenze di geopolitica”, e sabato ha visto la lezione di Giacomo Mariotto, esperto della redazione della rivista di Geopolitica Limes che ha illustrato le nuove dinamiche della globalizzazione ora che il predominio Usa sta perdendo colpi, e nuovi paesi rivendicano un ruolo di primo piano. L'excursus storico ha mostrato come dopo la fine della Guerra Fredda siano aumentati e intensificati i conflitti locali, fino ad arrivare - per dirla con le parole di Papa Bergoglio- a una Terza Guerra Mondiale a pezzetti, un conflitto a carattere globale che per l'Europa si traduce in un perdita di ruolo centrale e in una diffusa deoccidentalizzazione.
Leonardo Bruni, Università di Torino e esperto di Cina e Mediterraneo, ha parlato del ruolo della Cina, che ha molti interessi sul nostro mare europeo e ha assunto un ruolo molto credibile come portatore di pace nei conflitti in corso.
"Ciò che accade nel Mediterraneo ha sempre impatto su di noi", ha esordito Bruni, ricordando quanto l'Italia sia sensibilmente legata ai paesi mediterranei non solo per la questione immigrati, che pare essere l'unica cosa che interessa ai vari nostri Governi, ma anche per l'import di materie prime e per l'export di tecnologia e nostro manifatturiero. "Se c'è caos nel Mediterraneo, ci sono conseguenze anche per noi", insiste Bruni che citando Fernand Braudel, "Il Mediterraneo è quale lo fanno gli uomini” (Braudel,. 1966: 166), parla di quali uomini fanno il Mediterraneo, concentrandosi sulla Cina, che da vent'anni si ricava un ruolo di rilievo dalle nostre parti: basti pensare che piano piano è diventato il primo partner commerciale della Serbia.
Guardando al Mediterraneo allargato, è specie in Medioriente dove la Cina è più presente: il modo in cui affronta la crisi piace molto alle popolazioni locali. Due esempi importanti sono la Dichiarazione di Pechino, luglio 24: quattordici fazioni palestinesi tra cui Fatah e Hamas firmano per l'unità nazionale palestinese, cosa impensabile per noi visto che Europa e Usa neanche le riconoscono.
E c'è anche storica riconciliazione Iran-Arabia Saudita: anche questa è avvenuta con mediazione cinese, unico paese ritenuto credibile da entrambi, uno Stato che porta pace, stabilità e sviluppo (pur tacendo abilmente su democrazia e diritti), piace molto, moltissimo. Specie a chi democrazia e diritti non interessano, come agli stati autocratici.
Domenica 29 settembre alle 10 appuntamento con "Intelligenza artificiale I: le origini e lo sviluppo", Con Carlo Maria Brezigia, esperto di sicurezza cibernetica per Intesa San Paolo, alle 11.30 con "Intelligenza Artificiale II: La diffusione e le conseguenze" con Cesare Alemanni, autore de "Il re invisibile".
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