Da San Felice Claudio Bonettini concorre all’IronMan: il triathlon estremo
Da San Felice Claudio Bonettini concorre all'IronMan: il triathlon estremo la cui prova italiana si tiene a Cervia a partire da sabato 21 settembre.
Claudio Bonettini. 50 enne barista che ora si occupa di network marketing, si lancerà nella durissima prova di nuoto, bicicletta e maratona che vanno concluse, una dopo l'altra, tutte di seguito, entro massimo 16 ore. E' una prestigiosa competizione internazionale, roba da gente seria, e a Cervia per la tappa italiana arriveranno concorrenti da tutta Europa. I migliori se la giocheranno alle Hawaii per la competizione finale mondiale.
Ci vuole un fisico bestiale, ovviamente, e non è un caso che Bonettini si stia allenando da più di un anno per questo momento. Una prova notevole di autodisciplina, dieta, gestione della fatica e del dolore che ha forgiato corpo e mente e che - in un certo senso - è già una vittoria.
Ma l'obiettivo di Claudio è portare a termine il triathlon, conquistare la medaglia e portare a casa una grandissima soddisfazione personale che sia di aiuto anche ad altre persone, come esempio di una storia personale difficile che trova il suo momento di riscatto. Lo abbiamo intervistato alla vigilia della prova.
Bonettini oggi si parte!
Si, vado a Cervia a gareggiare per IronMan Italia Emilia-Romagna 24. Sabato alle ore 6 inizia la registrazione dei concorrenti, poi si parte alla spicciolata
A quale risultato ambisci?
Esserci, è un evento di portata mondiale, ci sono 6 mila partecipanti. Non credo di arrivare alla finale alle Hawaii, quella è roba per gente che che vive solo di quello. Se ce la faccio a completare il percorso, verrò registrato nell'albo mondiale, è un titolo che conserverò per sempre
Tre gare in 16 ore sembra fattibile, come stanno le cose?
Le distanze sono notevoli. Si parte con il nuoto, ci sono 3.800 metri in mare, poi si monta in sella, 180 km in bicicletta e subito dopo la maratona, 42 km tutto di seguito.
Ci metti il tempo ci metti: io ci impiego due ore per il mare, la bicicletta ho bisogno di sette ore (dipende anche dal meteo), per la maratona ci vogliono 4-5 ore. Il mio obiettivo sarebbe stare sulle 14-15 ore complessive.
In queste ore come funziona per bere, mangiare, andare in bagno e dormire?
Dormire non esiste, per mangiare e bere ho integratori e borracce, e comunque ogni tot km c'è una postazione dove bere e mangiare: roba da atleti, frutta, non panini, per sostenerti e dare sempre energia. Se capita ci sono le postazioni coi bagni chimici.
Un anno di preparazione, dicevamo, che cosa hai fatto nel dettaglio?
Ho fatto tutto da solo, ma mi ha seguito un preparatore atletico di Brescia, Stefano Galante, una splendida persone che ne ha fatto 8 di IronMan.
Avevo un orologio sportivo Gps e lui controllava cuore, andamenti, prestazioni.
Mi sono allenato appena potevo, non è stato facile con il lavoro. E' stata fondamentale mia moglie Jessica che mi ha supportato in ogni momento. Per fare una cosa così grande ci vuole tecnica, allenamento, controllo dell'alimentazione, si fa anche yoga e stretching, i pesi per potenziare i muscoli.
Avresti preferito allenarti con un compagno qui nella Bassa?
Io sono militaresco e solitario, ma se si ha un compagno secondo me è meglio: ti motivi, ti confronti, ci si sprona a vicenda. E' un valore aggiunto. O sennò devi essere molto disciplinato, non è come il calcetto alla domenica che se salti non fa niente.
Durante uno dei tuoi allenamenti in bicicletta hai anche avuto un incidente pesante, cosa è successo?
Una macchina a maggio mi ha travolto a un incrocio a Mirandola. A parte le contusioni ho avuto delle piccole fratture ma in ospedale a Mirandola non le hanno individuate subito. Nelle settimane successive avevo ancora dolore al piede finché con una risonanza privata hanno trovato due fratture al metacarpo, purtroppo già rimarginate. Ma gareggerò anche come il male.
Un po' come fanno le mamme quando vanno a partorire, che si preparano a gestire il dolore.
Esatto. Gestire il dolore, la fatica, i traumi fa parte della preparazione come l'allenamento e l'alimentazione: saperlo fare ti fa vincere e andare avanti.
Come ti è venuta idea di partecipare allI'Iron Man?
Da ragazzino vedevo in tv questi atleti e rimanevo incantato, mi dicevo che erano degli eroi. Io ho sempre giocato a pallone, nulla di più, queste discipline non le ho mai mai avvicinate.
Per 15 anni ho gestito bar e ristoranti e l'ultimo locale l'ho chiuso per colpa d'altri, ho avuto tragedie personali e lutti, ho perso un figlio appena nato: ho toccato davvero il fondo, mi sono aggrappato agli altri miei figli, mi sono rialzato e mi sono detto: l'anno che compio 50 anni, voglio fare Iron Man!
Per dare testimonianza che nonostante tutto quello che capita nella vita puoi sempre rifarti, cercare la luce, reagire. E' un gesto simbolico, uno schiaffo alla vita nonostante tutti i casini. Col mio lavoro vedo che ci sono tante persone in difficoltà, sia dal punto di vista economico che emotivo. Manca in generale la motivazione, una idea cui aggrapparsi, un obiettivo.
Magari scriverò anche un libro su questo.
Sarà il tuo primo e ultimo IronMan?
Chissà. Io ho un gemello invalido, Roberto, che durante il parto ha avuto una lesione cerebrale e quindi ha movimenti limitati. Mi piacerebbe farlo con lui, magari in versione ridotta.
NELLA FOTOGALLERY, ALCUNI MOMENTI DELL'ALLENAMENTO DI CLAUDIO BONETTINI PER IRONMAN
- Un anno di allenamento, ecco come è stato modellato il corpo
- Allenamento per la corsa
- Allenamento in piscina
- Allenamento in mare
- Allenamento per la prova di ciclismo
- Momento di meditazione
- La divisa con cui Claudio correrà ad Ironman
La preparazione per IronMan è un evento che coinvolge l'intera famiglia. Ecco Claudio con la moglie Jessica e il più piccolo dei figli.
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