Una cosa divertente che (forse) non faró mai più – Rimini Wellness 4
Una cosa divertente che (forse) non farò mai più - Reportage da Rimini Wellness. Questo è il racconto in presa diretta, pensando a David Foster Wallace e Leni Riefenstahl, di una giornalista della Bassa alle prese con le amiche con l'appuntamento sportivo fitness dell'anno. Questa è la quarta e ultima puntata. La prima è seguendo questo link,la seconda su questo link e la terza qui.
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Di Antonella Cardone
Centomila persone. Sapete quante sono? Ci stanno comodi in cinque stadi grandi come quello del Modena. Come se qui venissero tutti gli abitanti della Bassa e pure qualche cugino da giù. Tantissimi. Sono i numeri dei visitatori, me compresa, che quest'anno sono stati al Rimini Wellness.
Normalmente guardiamo con sufficienza i corridori in braghe corte che la domenica mattina sfrecciano sulle ciclabili. Al supermercato l'occhio non si ferma e non facciamo caso ai sempre più larghi scaffali di prodotti proteici, ipertonici, dimagranti.
Eppure quello del fitness è un settore in crescita, sempre più pesante e importante: il mercato globale della ginnastica genera un valore pari a 96,6 miliardi di dollari, come il Pil della Bulgaria, con un tasso di crescita del 7,7%. E quanto si vede qui a Rimini ne è la prova vivente.
Sapete, c'è stato un tempo, lontano, nel secolo scorso, in cui le fiere e gli expò avevano un ruolo cruciale nel costruire i nuovi confini del nostro immaginario e dare vocazione internazionale all'economia. Una volta l'anno da tutto il mondo si veniva in fiera a portare i prodotti più innovativi, che non potevano essere visti in altri modo: erano affollatissime.
Con Internet, le foto, i video, le dirette, tutto è cambiato e le fiere hanno avuto un notevole declino.
Rimini Wellness no, anzi. Sarà che ormai è un appuntamento trasversale: qui si possono trovare le sposine con le amiche per l'addio al nubilato, mandrie di giovani adulti al pascolo, anziani in jumpsuit fitness attillata, maniaci di zumba sudamericana, addestramento militare, bodybuilding, taekwondo, yoga, sambafit, human flag, e chi più ne ha, più ne metta.
Poi ci siamo noi, abbastanza atipiche ma forse antesignane di un nuovo segmento di mercato. Siamo mamme lavoratrici, indaffaratissime, ma abbiamo incredibilmente trovato il tempo per stare insieme, per questa volta. Tirarci via dal nostro nido non è facile, c'è voluta la sapienza della nostra maestra di fitness che col suo calore meridionale ci ha fatto scommettere su noi stesse. Siamo state coraggiose, sì, e - in un certo qual modo - molto sovversive.
Nella scorsa puntata vi avevo lasciato al termine della lezione di Jill Cooper sui trampolini elastici: scendendo c'è una certa ebrezza, un piccolo giramento di testa, ma passa subito.
Con le altre andiamo al padiglione tessuti. Non si tratta di abbigliamento: si tratta di ginnastica aerea attaccati a un pezzo di cotone. Da vertigine!
Con le altre andiamo al padiglione tessuti. Non si tratta di abbigliamento: si tratta di ginnastica aerea attaccati a un pezzo di cotone. Da vertigine!
Appena entriamo vediamo una ragazzina che a mò di scoiattolo si arrampica fino a raggiungere il soffitto a 4 metri di altezza: corre rapida e sicura, arriva in alto, noi applaudiamo e lei scende accorta e cauta. Poi un altro scoiattolo, e ancora un altro: pare molto ambita questa disciplina tra le più giovani.
Più in là i tessuti sono sistemati come amache, e bisogna mettercisi dentro, imbozzolarsi e girarsi a testa in giù. Pare faccia bene: coi tessuti aerei dal punto di vista fisico si rafforzano i muscoli, nello specifico gli arti superiori e gli arti inferiori, oltre ai dorsali e agli addominali. Non solo. Praticando questa disciplina si lavora sull'allungamento della colonna vertebrale, pertanto può aiutare a migliorare il benessere della propria schiena.
Coi tessuti in sospensione si può fare anche aerial yoga, suspension training, la danza. Una volta queste cose si vedevano solo al circo, oggi le fa pure Federica Pellegrini per tenersi il forma dopo il parto.
All'idea di quante ossa ci si possa rompere cadendo da quelle altezze io rabbrividisco, e mi allontano. Vado a vedere una gara di bodybuilding attraversando stand dagli slogan inquietanti: "Tsunami Nutrinion", "Vitastrong", "Your workout is my warmup".
Doppio bicipite, espansione toracica, dorsali frontali e di schiena, side triceps: sul palco degli omaccioni muscolosissimi riproducono le figure tipiche di questo sport con la grazia degli atleti di "Olimpia" di Leni Riefenstahl, e c'è da rimanere incantati. Non solo per la lezione di anatomia in 3D e viva, ma anche per la fatica, la dedizione, la concentrazione che è necessaria per arrivare a questo punto. In questo mondo parallelo dove il rigore, i sacrifici, il sudore, la forma sono gli unici valori importanti, i bodybuilder - che pure fuori sarebbero considerati freak - godono del rispetto di tutti.
Ma è giunto il momento di tornare a casa. Stavolta a Rimini non ho visto il mare, non ho camminato a piedi nudi sulla spiaggia, non ho sorseggiato bibite fresche guardando il tramonto, non ho ballato per tutta la notte. Ho fatto una cosa che mai e poi mai avrei immaginato di fare, e mi sono divertita. Un'amica già pensa al prossimo appuntamento, Bibione Beach Fitness, a settembre. Chissà...
FINE
- La jumpsuit: ce l’avevano TUTTE
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- Sonia Bonfiglioli designata nuova presidente di Confindustria Emilia per il quadriennio 2025-2029
- Autobus, dal 23 aprile a Modena 50 corse in più sulle linee 1, 7 e 8
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