Una cosa divertente che (forse) non faró mai più – Rimini Wellness 2
Una cosa divertente che (forse) non farò mai più - Reportage da Rimini Wellness. Questo è il racconto in presa diretta, pensando a David Foster Wallace e Pier Vittorio Tondelli, di una giornalista della Bassa alle prese con le amiche con l'appuntamento sportivo fitness dell'anno. La seconda puntata.
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Di Antonella Cardone
I fautori dell'ostensione del pelo corporale qui non hanno udienza. Sebbene i centimetri di pelle esposta siano numerosi, non vi è traccia di ombre di alcun tipo su nessuno delle migliaia di visitatori del Rimini Wellness, la fiera del fitness dove mi sono ritrovata mio malgrado a essere in questi giorni, come ho raccontato nella scorsa puntata.
Ecco come è andato il secondo giorno.
Cose che ho fatto oggi: ho ballato la zumba col padre fondatore della zumba, ho assistito a performance sudate nelle discipline più disparate, ho ascoltato musica di dubbio gusto a livelli di violento tedio ritmato, ho gabbato un ingenuo stendista per ottenere prebende cui non avevo diritto. Nello specifico, un piccolo peluche a forma di frutta.
Cose che non ho fatto e mi riprometto di fare domani: saltare in una vasca di palline di plastica, provare a fare centro al tirassegno di una ditta di succhi di frutta, farmi onore a una gara di braccio di ferro, stare il più lontana possibile dal punto di distribuzione del pecorino (brrrr) vegano.
Non mi dilungo a raccontare di muscoli guizzanti o natiche sode, seni rifatti e sopracciglia tatuate, che qui sono concentrare in quantità innaturale per una società sensata, ma racconto l'esperienza col padre fondatore dello zumba, il signor Alberto Perez, nato David Fernandez, universalmente noto come "Beto".
Per chi non la conoscesse, la zumba è una disciplina della famiglia fitness, categoria cardio, che unisce l'Alligalli e il ballo di Simone a ritmi sudamericani pompati in modo brutale. La si pratica in tutto il mondo, ormai da anni, e mi chiedo se sia in qualche modo un marchio registrato perché, nel caso, avrei qui davanti a me in questo padiglione fitto fitto di donne di ogni età, stazza e classe sociale che urlano alla sua apparizione, l'uomo più ricco del mondo.
Non credo. Peccato perché lo zumba è marchio di ogni tipo di abbigliamento, è dieta e regime alimentare, è modo di vita in larga parte dell'Occidente. Lo praticano le donne che amano ballare, i ragazzi cui piace il ritmo, le mamme in cerca della taglia perduta.
Una volta all'anno dio Beto prende un aereo da Miami, attraversa l'oceano Atlantico e sbarca a Rimini a benedire il Rimini Fitness. E qui le scuole di zumba lo aspettano per rendergli omaggio e mettere in piedi un memorabile spettacolo-lezione per il pubblico della fiera.
Si inizia con un balletto a due, un ragazzo e una ragazza sorridenti e rapidi, in cui è il ragazzo la star, bambino prodigio che fin dalla tenera età praticava la zumba e adesso ha vinto l'ultima edizione di Amici (si, avete letto bene, proprio Amici: la zumba è evidentemente eclettico).
Entra subito in scena Beto che si prende applausi e gridolini e via alle danze: fa vedere i passi da copiare, incoraggia il pubblico e lo riprende se sbaglia i passi.
In un'ora e mezza di ballo si alternano con lui una decina di ballerini ogni manciata di minuti, anche un paio di bambini. Il pubblico si dirada dopo i primi entusiastici 15 minuti, dopo 20 noto che 4 delle mie sette amiche se ne sono andate via, io saltello a ritmo per altri 30 minuti finché la temperatura non raggiunge quota da estasi mistica e mi appare l'arcangelo Gabriele.
In qualche modo mi trascino fuori e da allora vago in stato di morte apparente tra tornei di boxe, allenamenti militari, sambafit, bodyflit bamboo, olistic workout, aquazumba, macumba e ritmo do Brazil vagando tra centinaia di persone in forma idilliaca mentre la musica stronca il mio cervello stanco che agogna zuccheri improbabilissimi da trovare qui.
(2, CONTINUA)
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