Siena (Più Mirandola) dopo il ballottaggio: “Orfano di poltrona? Ho vinto la mia libertà”
MIRANDOLA- Dopo il successo al ballottaggio di Letizia Budri, Giorgio Siena (Più Mirandola)- che aveva scelto di appoggiare la lista di Carlo Bassoli- commenta così l'esito del secondo turno elettorale:
"A coloro che mi pensano orfano di una poltrona, rispondo che ho vinto la mia libertà. Abbiamo fatto una scelta politica non un calcolo opportunistico. Detto ciò, qualcuno continuerà a pensarlo e francamente non mi importa nulla.La nostra lista è ispirata da una visione: abbiamo una Regione divisa in tre parti. Un parte lungo la via Emilia dove si concentra il potere politico, statale ed economico. La Romagna del mare e degli straordinari imprenditori turistici.E una parte a nord ovest (che potremmo chiamare area Cispadana) che è la provincia, la periferia della Regione. Ha eccellenze come il biomedicale, la meccanica e l’agricoltura e molto altro, ma ha servizi molto inferiori, una viabilità carente e la politica inadeguata e incapace di pensarsi come progetto.Da questa insoddisfazione abbiamo costruito una lista civica con idee come Mirandola 50mila, Città storica, Formazione professionale per il lavoro: tre obiettivi da solo sufficienti per riempire una lungo impegno amministrativo.Dal voto è emersa la consapevolezza che questa Regione non è contendibile: il Partito Democratico con le coalizioni vince nei centri maggiori e vincerà nella Regione a ottobre. Con l’apparentamento, senza rinunciare a nulla, si voleva costruire, con il PD di Mirandola, una forza capace di dialogare ma anche di sviluppare un’azione di contrattazione e riequilibrio politico che lo stesso PD regionale dovrà affrontare, se non vuole consegnare un parte della Regione al Centro destra, come accade nella provincia di Ferrara. Questa scelta non è piaciuta?. E’ possibile, ma non ve n’era un’altra e l’isolamento di Mirandola in una ex Unione di Area Nord che stenterà a restare in piedi, entrando in una perenne conflittualità, preparerà ad una consolidata emarginazione.Ma le fiere dello street food e le feste potremo continuare a farle, anzi di più. Da oggi abbiamo una Mirandola spaccata in tre parti: una metà che non vota e non è interessata a quale sindaco avere, una metà della metà che vorrebbe una Mirandola coraggiosa e protagonista nella Regione e l’altra metà della metà (più 200 voti) che festeggia il voto del 24 giugno".
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