Case popolari incandescenti a Medolla, anziani e terremotati protestano: “Qui non si vive più”
"Qui non si vive più, finirà che ci ammaliamo in questa situazione". La situazione è quella di un condominio sociale alle porte di Medolla, dove undici famiglie convivono ormai da 6 anni in estrema tensione. Prima i dispetti e le villanie, ora angherie e paura oramai giorno e notte, a sentire quanto hanno raccontato quattro di loro che nei giorni scorsi hanno realizzato un presidio di protesta sotto la sede del Comune a nome anche di altre due famiglie.
La cosa va avanti da tempo, e le tensioni non si sono mai smorzate. Anzi. A scorrere tra le tante carte messe da parte in questi anni tra segnalazioni, richieste di aiuto e denunce, il momento peggiore c'è stato quando 7 condomini si sono ritrovati altrettante croci rosse davanti alla porta di casa. Qualcuno le aveva fatte durante la notte. Era pomodoro, ma sembrava sangue: da brividi.
O quando un pensionato scende in garage e si trova la porta sfondata, l'auto aperta e tutte le monete che ci teneva dentro sparite. E ancora il via vai sospetto di persone sconosciute che suonano ai campanelli in piena notte, un andirivieni di auto e furgoni usati, maneggi non meglio identificati. Oltre a evidenti casi di maleducazione, come quando viene lasciato il monopattino in mezzo alle scale o ci si mette a lavare tappeti sporchi nell'atrio comune. E quando si fa notare che così non si fa, sono urla e minacce.
Il caso limite se l'è trovato una nonnina di 72 anni che vive al primo piano, una notte di due anni fa in cui volavano urla rabbiose e infuocate dal secondo. La signora sente bussare alla porta finestra del balcone e si ritrova la giovanissima figlia del vicino sul poggiolo, impaurita e infreddolita, che si era calata dalla finestra di camera sua con un lenzuolo per sfuggire all'ira del padre, che aveva minacciato di ucciderla se non avesse acconsentito al matrimonio combinato. La signora le ha dato rifugio, le due si sono date conforto e vicenda, aspettando insieme che l'emergenza rientrasse.
Poi la famiglia si è trasferita e non si sono più avute notizie. La signora è invece rimasta a vivere qui, e paradossalmente è la principale vittima dei dispetti dei vicini: racconta che alcuni ragazzini le si piazzano davanti per impedirle di passare, fanno finta di farla cadere, bussano con insistenza alla sua porta, le urlano contro solo perché lei ricorda loro che il condominio ha delle regole che vanno rispettate.
Ma poi c'è il corredo dei rumori a tutte le ore, del viavai di persone, delle porte lasciate aperte, gli odori molesti. Le maniglie della porta d'ingresso spaccata, le chiavi rotte nelle serrature, mozziconi di sigarette buttate dalla finestra, cartacce...Piccole e grandi cose che fanno esaurire la pazienza e la salute mentale, dell'una e dell'altra parte, che si sente perseguitata.
"Ci sono anziani, persone fragili, terremotati, famiglie senza reddito nel condominio - raccontano i manifestanti scesi in piazza - fino a quando dovremo sopportare tutto questo? Non ce la facciamo più, finirà che ci ammaliamo o peggio".
Il malessere è anche dovuto al fatto che quando un inquilino rompe qualcosa, la spesa viene poi addebitata a tutti, come è successo l'ultima volta che è stata rotta una porta. Lo stesso accade con la differenziata, se ci sono errori in uno nei bidoni condominiali. E poi la questione rumori improvvisi, tema delicato per un terremotato, come quando uno dei ragazzini si è messo a sparare petardi in cortile e per poco agli altri non veniva un colpo. In qual caso - raccontano i condomini - le forze dell'ordine sono intervenute e sono riuscite a far tornare la calma.
Si legge in una segnalazione fatta ad Acer da un gruppo di sei residenti:
I rumori superano la "Normale Tollerabilità", e sono prodotti per di più nelle fasce orarie notturne, o deputate al riposo, o comunque in orari in cui il Regolamento Condominiale impone maggior silenzio. Non si tratta di una semplice disputa tra condomini, ma di eventi di disagio continuativi, e di un incresciosa situazione .
Sui cartelli che hanno portato sotto al Comune hanno scritto: "Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni" e "Vogliamo le telecamere per difenderci" e ancora "In nome di un ideale politico dobbiamo pagare noi l'integrazione altrui". E, più duri: "Ci siamo rotti i coglioni di vedere trionfare i delinquenti senza rendere giustizia alla vittime".
Il punto è che quando i condomini fanno le segnalazioni pare ci sia un rimpallo di responsabilità tra vari enti, e gira e gira, niente viene risolto. Per questo ora ci provano con la protesta in strada.
1 (Continua)
A tutela di tutte le parti in causa, la redazione ha deciso non rendere riconoscibile nè il condominio, nè i condomini coinvolti. Nel corso della verifica dei fatti sono stati contattati sia i Servizi Sociali che il Comune che Acer, che hanno confermato la situazione in essere. Nei prossimi articoli daremo loro voce.
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