Legalità e giovani: nelle scuole modenesi torna la Biblioteca Vivente dell’Antimafia
MODENA- Testimoni di impegno per la giustizia e la lotta alle mafie, persone che, di qualsiasi provenienza e in nei rispettivi campi, si sono spese in prima persona per cambiare le cose e opporsi alle situazioni di illegalità e malaffare: sono i ‘volumi’ della Biblioteca Vivente digitale dell’antimafia, iniziativa promossa dalla Commissione contrasto a mafie e corruzione del CUP – Comitato Unitario dei Professionisti della Provincia di Modena, insieme alla Cooperativa sociale Open Group - Libera Radio, nell’ambito del Progetto “Percorsi di Legalità” LR 18/2016.
Si svolgerà giovedì 30 maggio, dalle ore 10.30, l’incontro che, anche quest’anno, la Commissione del CUP ha organizzato per presentare l’ultimo dei libri viventi agli studenti di alcune classi dell’Istituto Industriale Statale Fermi di Modena, ovvero la testimonianza di Maria Barberio, docente all’ Università di Modena e Reggio-Emilia, protagonista del libro vivente dal titolo ‘Il lavoro al tempo dell’algoritmo’, che racconterà quali sono gli orizzonti dello sfruttamento e dell’illegalità veicolati dall’abuso delle nuove tecnologie e che vedono coinvolti milioni di lavoratori della cosiddetta GIG economy.
L’incontro con gli studenti delle classi 2^A e 2^I, insieme alla prof.ssa Mara Fonti, sarà introdotto dai saluti del vicepresidente di Avviso Pubblico Andrea Bosi, del presidente del CUP Giuliano Fusco, della coordinatrice della Commissione contrasto a mafie e corruzione del CUP Anna Allesina e della preside dell’Istituto Fermi Stefania Giovannetti.
A condurre l’incontro, il giornalista e autore dei ‘libri viventi’ Federico Lacche, che dialogherà, oltre che con Maria Barberio, anche con il giornalista Giovanni Tizian, protagonista di uno dei libri della Biblioteca Vivente.
“Accanto all’attività di formazione costante ai professionisti modenesi – commentano Giuliano Fusco e Anna Allesina – riteniamo altrettanto importante la diffusione di una cultura della legalità e della giustizia sociale anche e soprattutto alle giovani generazioni alle quali, insieme alla teoria, occorrono le proposte di esempi concreti e modelli positivi cui ispirarsi. Per questo è nata la Biblioteca Vivente, per portare ai cittadini, e in particolare a quelli più giovani, le storie di persone che, ognuna nel proprio campo, non si sono limitate a ‘farsi i fatti propri’, a scansare i problemi, a concentrarsi esclusivamente su se stesse ma al contrario, guardandosi intorno, hanno compreso che una società ingiusta, in cui corruzione, prepotenza e legge del più forte la fanno da padrone, rappresenta un ambiente di vita in cui nessuno può davvero essere sereno insieme agli altri. Grazie ai testimoni diretti, i ‘libri viventi’ del progetto della Biblioteca, da anni cerchiamo di trasmettere agli studenti modenesi il messaggio che l’impegno a migliorare la vita degli altri riguarda anche loro, e che una società più giusta è una società migliore. Per tutti”.
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