“Finale di carta”: al palazzo dell’ex Guardia nazionale mappe e disegni della città
FINALE EMILIA- In occasione della ristampa del volume di Maria Pia Balboni "Sotto i ponti e per canali", con il sottotitolo "Viaggio nella storia del Finale e del suo territorio attraverso mappe, disegni, schizzi e foto", Alma Finalis ha ritenuto opportuno raccogliere ed esporre nei locali dell’ex Guardia nazionale una serie di mappe che possono aiutare il visitatore che intenda intraprendere quel viaggio.
Si tratta di immagini- in gran parte note- tratte dalla pubblicazione, ed altre, parzialmente inedite, che vengono presentate al pubblico per la prima volta. Tra queste ultime spicca, non solo per la dimensione, la grande tavola composta di otto fogli sui quali il consigliere ing. Giuseppe Agnini - come riporta il sottotitolo della tavola stessa - ha disegnato, e completato ad acquerello, il Piano Regolatore della città di Finale. Nei primi anni del ‘900, l’ing. Agnini progetta il futuro della città completamente modificata a seguito dell’interramento del Panaro della Lunga e della traslazione verso sud del Panaro in Cavamento; sull’area di sedime di quest’ultimo corso d’acqua viene disegnato un articolato progetto di verde pubblico chiamato Bosco all’inglese: una sorta di bosco della cintura urbana ante litteram, comparso in anni recenti nella pianificazione urbanistica del capoluogo di Mirandola.
Oltre ai diradamenti urbani tipici del periodo, alcuni spunti progettuali hanno anticipato elementi dell’assetto urbano comparsi in anni recenti, come la circonvallazione nord, o previsto scelte di localizzazione poi attuate, come la realizzazione del nuovo macello pubblico costruito a margine dell’area un tempo occupata dal Panaro della Lunga, ora via Trento Trieste.
Insieme a quello che si può definire, senza tema di smentita, il primo Piano Regolatore di Finale, in mostra sono esposte, tra le altre, due tavole nelle quali l’abile penna di Loreno Confortini ricostruisce il Finale prima di grandi eventi che ne hanno modificato l’assetto in modo sostanziale.
La prima tavola mostra la città alla fine del XV secolo, ancora circondata da mura e torri con i due principali capisaldi difensivi: ad ovest la cosiddetta Rocca Piccola attestata intorno alla Torre dei Modenesi e ad est la Rocca Grande, il Castello delle Rocche. Tale situazione verrà modificata alla metà del ‘500 con l’abbattimento delle mura, riproponendo anche a Finale quell’operazione che, nella capitale del ducato, fu definita come Addizione Erculea. La seconda tavola del Confortini ricostruisce con estrema cura dei particolari – che raggiungono l’apice nella sezione dei Mulini di sopra - il Finale alla fine dell’800, ancora una volta prima della grande trasformazione effettuata con gli interventi sui due rami del Panaro.
Le tavole “a volo d’uccello” sulla crescita urbana, elaborate dall’arch. Alessandro Pisa durante gli studi universitari, sono un ulteriore strumento di conoscenza ed una guida indispensabile nel percorso a ritroso nella storia del Finale e del suo territorio che è il fine ultimo di questa mostra.
Tra le varie mappe esposte l’arcinota pianta in alzato del castrum finalese “inventata” dal Frassoni ed incisa da Giuseppe Benedetti; la mappa dell’Alinovi della cosiddetta contradella del portelo, del 1654, assunta ad immagine della mostra; il particolare, tratto dalla mappa dell’Albani del 1708, nel quale due burchielli percorrono il Canaletto dei Mulini; il progetto di Terzo Terzi, del 1553, per la fortificazione del Finale che ricorda la pianta della Rocca Possente di Stellata; il particolare tratto da un disegno riguardante i confini tra il Modenese ed il Bolognese forse del sec. XV, che mostra una Finale turrita in cui sono riconoscibili gli elementi identitari della città; lo splendido acquerello con la prospettiva della Chiusa un tempo presente a metà dell’attuale via Martiri della Liberazione, che regolava il flusso in accesso al Bacino chiamato appunto della Chiusa.
La mostra, ospitata nei locali del palazzo ex Guardia Nazionale di corso Cavour, verrà inaugurata venerdì 29 marzo, alle ore 17,30, e sarà visitabile fino al 21 aprile.
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