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14 Maggio 2025
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Donne Democratiche, Roberta Mori: “Il congedo di paternità diventi paritario”

 “Scade a inizio maggio il tempo prescritto dalla legge per attuare il Family Act nella parte relativa ai congedi obbligatori di paternità e siamo preoccupate che il Governo Meloni non dia seguito. Per questo abbiamo presentato qui in Emilia-Romagna – e lo stiamo facendo in diverse altre Regioni – una risoluzione che impegna Giunta e Assemblea ad attivarsi nelle sedi nazionali e premere per una tempestiva nonché adeguata adozione. Il giorno della Festa del papà, le Democratiche si sono attivate per scongiurare il rischio che ancora una volta si perda l’occasione di riequilibrare il lavoro di cura verso una effettiva condivisione delle responsabilità di cura e genitoriali tra uomini e donne”.

Così la consigliera PD e portavoce nazionale Donne Democratiche, Roberta Mori, spiega l’atto di indirizzo depositato il 19 marzo in Assemblea, a sua prima firma: un congedo paritario pienamente retribuito e non trasferibile di almeno tre mesi.

L’atto cita la question time delle parlamentari Democratiche alla Camera di pochi giorni fa sul tema, che chiedeva al Governo di esercitare subito la delega sul congedo obbligatorio di paternità portandone la fruibilità ai livelli dei Paesi europei avanzati e comunque non inferiore a tre mesi, dato che oggi è di soli dieci giorni e oltretutto non sempre utilizzato. Quanto al congedo facoltativo, i dati parlano di appena il 21% di padri lavoratori che ne fruiscono per una durata media di 25 giorni a fronte dei 62 giorni delle madri lavoratrici. “Purtroppo la Ministra Calderone – sottolinea Mori - pur ammettendo che l'impegno dei padri nel lavoro di cura deve essere incentivato per cambiare la cultura verso una maggiore condivisione, non ha parlato di obbligatorietà e tantomeno della possibilità di estenderne il periodo, limitandosi ad un vago impegno per consolidare l’indennità (oggi all’80%) a chi ne fruisce”.

“Eppure – prosegue la portavoce delle Democratiche - esperienze ed evidenze internazionali ci dicono che il congedo di paternità obbligatorio, paritario a quello di maternità e dunque universale, rappresenta una delle misure più efficaci per cambiare mentalità e comportamenti e arrivare a ridurre tutte le diseguaglianze e gap di genere”.

La Risoluzione rileva che dallo squilibrio di genere del lavoro di cura non retribuito e dall’assenza di misure compensative deriva un’occupazione femminile ferma al 51% dove si concentra il ricorso al part-time, condizioni più gravose e impoverenti le donne, la sottrazione di autonomia, tempo e opportunità per qualsivoglia equa partecipazione alla vita sociale, economica, culturale e politica.

“Tra le conseguenze macroscopiche vi sono le dimissioni dal lavoro, con il 71% di donne sul totale dei lavoratori dimissionari, il 97,6% delle quali si dimettono proprio per difficoltà a conciliare il lavoro con la cura dei figli – spiega – una fragilità sociale enorme che interessa anche l’Emilia-Romagna dove i dati annuali hanno registrato, su 4.980 dimissioni “volontarie” dal lavoro, ben 3.282 dimissioni di donne e madri che non lo hanno fatto per libera scelta”.

“Basta politiche residuali o che incentivano le madri a stare a casa, se il Governo vuole davvero sostenere le donne dia attuazione alla legge delega disciplinando un congedo paritario pienamente retribuito e non trasferibile di almeno tre mesi, dando piena dignità al ruolo di cura del padre accanto a quello materno – conclude Roberta Mori.

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