Innovazione e competitività delle imprese emiliano-romagnole
Il problema nasceva sostanzialmente dal fatto che non esistevano dati oggettivi che fossero in grado di misurare e valutare il fenomeno. Un modo per valutare il livello e le tipologie di investimenti innovativi delle nostre imprese, era l’accesso ai bandi (soprattutto regionali) che concedevano contributi a fondo perduto sull’innovazione.
Va precisato che le imprese hanno da sempre, in modo informale, investito nell’innovazione tecnologica e di prodotto: investimenti strategici necessari alle imprese a mantenere un buon posizionamento competitivo nei mercati di riferimento.
L’innovazione organizzativa
Sempre in quegli anni nasce una nuova tipologia di innovazione: quella organizzativa.
Un concetto nuovo, spesso difficilmente comprensibile e misurabile. Per un’impresa di piccole e medie dimensioni, se è facile definire l’innovazione tecnologica (quindi di processo) e di prodotto, la stessa cosa non si può dire in merito al significato di “innovazione organizzativa”.
Un aiuto, in tal senso, provenne in quegli anni dai bandi regionali per contributi a fondo perduto sull’innovazione delle imprese, introducendo questo nuovo concetto, e spiegando in modo chiaro che cosa si intendeva per innovazione organizzativa: da un lato l’aumento del livello di informatizzazione aziendale, dall’altro l’introduzione di modelli organizzativi maggiormente performanti e più adatti al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
L’indagine di Ayming Italia
Da un’indagine realizzata nel 2019 da Ayming Italia, risultava che il 79% di un campione di imprese italiane ha investito in innovazione di prodotto/servizio, il 58% sulle tecnologie e sui processi produttivi ed il 29% sull’innovazione organizzativa. Ciò significa che quasi un terzo delle imprese intervistate oltre ad avere effettuato investimenti nell’innovazione tecnologica e di prodotto, ha in vari modi realizzato innovazione sull’organizzazione aziendale.
Il “Transatlantic Subnational Innovation Competitiveness Index 2.0”
Siamo dovuti arrivare all’anno del signore 2023 per avere conferma di quanto sia importante per le imprese della nostra regione investire nell’innovazione.
Da un’indagine dall’altisonante nome di “Transatlantic Subnational Innovation Competitiveness Index 2.0”, realizzata da alcuni dei più prestigiosi e autorevoli centri di ricerca internazionali, risulta che il sistema economico dell’Emilia-Romagna si posiziona al 21mo posto, su 121, per capacità di innovazione e grado di competitività delle imprese.
L’indagine, che comprende 121 tra Province e Regioni di alcuni dei più avanzati Paesi del mondo, quali Austria, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Svezia e Usa, ha preso in esame 13 indicatori raggruppati in 3 cluster tematici: economia della conoscenza, globalizzazione e capacità di innovazione. La classifica, che vede ai primi due posti gli Stati americani del Massachusetts, e della California e al terzo posto il Baden-Württemberg tedesco, conferma l’ottimo posizionamento dell’Emilia-Romagna, prima regione italiana davanti a Lombardia (36ª), Lazio (42ª), Piemonte (44ª) e Friuli-Venezia Giulia (47ª).
Se consideriamo le prime 50 posizioni, troviamo prima in classifica gli Stati Uniti con 22 stati, la Germania con 11 e l’Italia con 5 regioni.
“Un risultato straordinario - commenta il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini - che premia il grande investimento sull'innovazione tecnologica e sulle competenze che la Regione ha promosso in questi anni, in coerenza con il Patto per il Lavoro e per il Clima. Un traguardo prestigioso - continua Bonaccini - ma anche un nuovo punto di partenza per un territorio che grazie alla collaborazione fra istituzioni e rappresentanze economiche, sociali e accademiche è in grado di fare squadra per condividere obiettivi sempre più ambiziosi e competere con le migliori esperienze nel mondo”.
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