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15 Maggio 2025
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Dopo il parto “anonimo” rivuole la sua bambina. Il Policlinico: “Applicata la normativa a tutela della piccola”

MODENA- Il servizio della trasmissione Le Iene- andato in onda il 12 dicembre e dedicato al tema dei "parti anonimi"- ha raccontato la storia di Michela: una giovane donna che, nonostante la volontà di non tenere la sua bimba, lo scorso luglio ha deciso di portare comunque a termine la sua gravidanza. Scegliendo di partorire al Policlinico di Modena in anonimato e di non procedere con il riconoscimento del nascituro.

Nell'intervista Michela ha ricostruito i giorni successivi alla nascita della bambina, spiegando di aver maturato in un secondo momento la decisione di riprendersi la figlia nei tempi previsti dalla legge- undici giorni dopo il parto- ma di non aver avuto assistenza da parte del Policlinico di Modena, che ha prima contattato telefonicamente e poi via mail.

A causa della condotta- a parere della donna- "negligente" dell'Azienda sanitaria, si ritrova a dover intraprendere una battaglia in tribunale per riavere la sua piccola.

Dal canto suo l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena conferma di aver applicato la normativa specifica finalizzata a garantire ogni tutela ai soggetti coinvolti: la madre e il neonato. 

"Pur comprendendo il dramma personale di una donna che ha rinunciato a intraprendere il proprio percorso di madre l’Azienda ritiene fondamentale rispondere a queste accuse, sia per tutelare la propria immagine e l’onorabilità dei propri professionisti, sia per tranquillizzare le migliaia di donne che si rivolgono al Policlinico di Modena che è il Punto Nascita più grande della provincia e centro hub per il parto difficile. È grave che una troupe televisiva si sia introdotta senza qualificarsi, in una degenza d’ospedale per estorcere risposte ai professionisti, manipolarle in modo da costruire una narrazione distorta della realtà in un contesto in cui è mancato ogni contraddittorio. Su questo tema, l’Azienda si riserva di intervenire nelle sedi opportune per tutelare la propria immagine e quella dei suoi professionisti- ha commentato il servizio l'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena.

"Veniamo, però, ai fatti. La paziente ha partorito una bambina al Policlinico il 23 luglio scorso dopo aver espresso – già durante il percorso presso un Consultorio della provincia – la scelta di partorire in anonimato e di non procedere alla denuncia di nascita. Il 24 luglio, la donna – contro il parere dei medici – firma per la dimissione e lascia l’ospedale senza aver proceduto alla dichiarazione di nascita, effettuabile direttamente in reparto entro tre giorni, o in alternativa entro il decimo giorno dal parto nel Comune di residenza o dell’avvenuta nascita, avendo la possibilità di affidare contemporaneamente la bambina alle cure dei sanitari in attesa della registrazione anagrafica". 

"In questi casi la normativa prevede che il personale dell’Azienda proceda a tutelare sia i diritti fondamentali del neonato, oltre a quelli della madre; tale legislazione è stata applicata anche in questo specifico caso. In data 25 luglio, preso atto della mancata partecipazione della madre ad un incontro già programmato con i professionisti per procedere alla valutazione del caso, il personale sanitario intervenuto nel parto, ostetrica, in assenza della volontà di riconoscimento del genitore, ha proceduto a effettuare la dichiarazione di nascita al solo fine di garantire alla neonata la protezione giuridica e i suoi diritti fondamentali- spiega l'Azienda sanitaria-  In questi casi, come previsto la legge per i neonati partoriti da madre “che non vuole essere nominata” (essendo questo un diritto della madre), onde garantire alla piccola la tutela giuridica, assistenziale e affettiva sono stati attivati i competenti Servizi Sociali che, dopo la dimissione dall’Ospedale, l’hanno presa in carico dandone immediata comunicazione al Tribunale dei Minori competente per l’adozione dei provvedimenti conseguenti, nel frattempo la bambina è stata collocata presso una “famiglia d’emergenza” che le potesse garantire tutta l’assistenza e le cure di cui ha bisogno un neonato".

"Tutto ciò è stato effettuato, come già detto, nel pieno rispetto della normativa di settore. Quando la paziente, quindi, il 31 di luglio, ha scritto al reparto manifestando la propria volontà di ritornare sui suoi passi, correttamente le è stato risposto che era già avvenuta la necessaria presa in carico da parte dei Servizi Sociali. I Servizi Sociali, essendo stato investito della situazione il Tribunale dei Minorenni, contatti da legale della signora, gli hanno appunto suggerito di rivolgersi, senza indugio, al Tribunale dei Minori per portare avanti l’istanza della signora. La nascita di un bambino è un evento straordinario che incide profondamente sulla vita e sugli affetti di tutti i soggetti coinvolti, compresi i nostri professionisti sanitari che assicurano quotidianamente assistenza e tutela ai nascituri e ai loro genitori, con elevata professionalità e umanità, e proprio per questa ragione è importante che in tali occasioni vengano rispettate in modo puntuale e attento le norme e le procedure volte a garantire proprio la tutela di chi ne è interessato, come d’altra parte hanno fatto in modo inappuntabile i professionisti del Policlinico in questo caso". 

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