“Io, Fatur. La vodka bona più non c’è”, la storia di un punk di Carpi che si fa poeta
"Io, Fatur. La vodka bona più non c'è", la storia di un punk di Carpi che si fa poeta. Lui è Danilo Fatur, "l'artista del popolo", carpigiano di famiglia istriana che calcava le scene con i Cccp quando il gruppo reggiano era all'apice del successo. Roba di trent'anni fa, quando c'era il Muro e il comunismo, quando Reggio Emilia era la città più filosovietica d'Italia e la vodka popolare era ancora buona.
Ma se ne parla oggi perchè i Cccp hanno realizzato una spettacolare reunion, con mostra, libro e spettacolo, e proprio dal palco del Valli di Reggio Emilia, nella mitica serata del Gran Galà Punkettone, è arrivato l'invito a leggere questo libro, scritto da un personaggio molto scenografico del gruppo, il marcantonio coperto d'olio che come performance si gettava tra il pubblico, seminudo.
A Carpi Danilo Fatur faceva il facchino, e alla sera arrotondava come barista. La vodka, lui, la dava buona ci si ubriacava con cicchetti da 700 lire, ha ricordato da Reggio Emilia. Come ballerino si faceva chiamare Josè Lopez Macho Frasquelo al locale Tuwat di Carpi, quando ci fu il fatale incontro coi CCCP. Trent'anni dopo Fatur si fa poeta per rievocare una Carpi lontana, in vividi ricordi punk.
Ma ecco la sinossi del libro, la sua biografia "Io, Fatur. La vodka bona più non c'è", edita da Fuorilinea:
«Io, Fatur ero già un Punk quando stavo con mia mamma in una vecchia casa senza luce ed acqua e mio nonno mi faceva fumare qualche tiro delle sigarette di trinciato forte fatte con le cartine "Luce". Io, Fatur ero già un Punk quando in prima elementare diedi un pugno in pancia ad una suora. Fui bocciato! Anche perché ero sempre malato. Mi ammalavo di lunedì e guarivo il sabato giusto in tempo per andare la domenica al cinema Eden. Io, Fatur ero già un Punk quando correvo dietro agli altri bimbi dell'Istituto che mi prendevano in giro perché ero strabico e portavo gli occhiali. Io, Fatur ero già un Punk quando andavo in piazza al bar Dorando di Carpi, vestito come James Dean in Gioventù Bruciata o Marlon Brando ne Il selvaggio. Io, Fatur ero già un Punk quando andavo a ballare il rock al Dream di Correggio o al Ritz di Novellara o al Corallo di Scandiano o al Charlie Max di Modena vestito come Lou Reed nella copertina di Rock and roll animal ».
Prefazione di Massimo Zamboni.
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