Payback biomedicale diventa legge, Cna: “A rischio il futuro del Distretto di Mirandola”
“E non può essere considerata sufficiente – commenta Cesare Galavotti, presidente della CNA Area Nord, dove insiste la biomedical valley più importante d’Italia – l’istituzione di un fondo che interviene per ridurre, fino a dimezzarli, i contributi che le imprese sono costrette a versare e che incidono su bilanci già da anni chiusi”.
Appare addirittura scandaloso che l’erogazione di questi contributi sia vincolata alla rinuncia a qualsiasi tipo di ricorso contro una norma – il payback appunto – che suona come una sanatoria tombale sopra un sopruso dello Stato.
“Una situazione – commenta ancora Galavotti – che allontana ancora di più lo Stato dalle imprese, non solo da un punto di vista della fiducia di queste ultime nei confronti del primo. A queste condizioni, chi, in futuro, continuerà a lavorare per la sanità pubblica, sapendo sui ricavi di oggi grava il rischio di una sorta di sanzione domani? E ciò cosa implicherà per le forniture ai nostri ospedali e per la sopravvivenza di un settore sempre più importante per il nostro territorio?”
“Davvero non sappiamo come potranno reagire le imprese, sia quelle che rappresentano l’indotto del settore, sia le numerose multinazionali che operano sul nostro territorio, di fronte a una vera e propria angheria che non ha nessuna giustificazione legale. Quel che è certo è che l’unica soluzione oggi possibile è l’eliminazione, almeno per il futuro del meccanismo del payback, unica strada per dare certezza al diritto e alla libertà di impresa”- conclude Galavotti.
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