“Pronto un cavallo di Troia per regalare Aimag ad Hera”: la denuncia di Siena (+Mirandola)
MIRANDOLA - Per Carpi è un segnale politico di unità fra i Comuni soci quel "patto ponte”, che allunga di due mesi la scadenza del patto di sindacato di Aimag. A Mirandola, invece, viene giudicato come "Un cavallo di Troia per regalare Aimag ad Hera". Parola di Giorgio Siena, consigliere comunale di Più Mirandola, che commenta così l'accordo sottoscritto mercoledì scorso dai Comuni soci, con l'astensione di San Prospero nonché di Camposanto e Borgo Mantovano (questi ultimi in regime di sospensione per le imminenti elezioni) che proroga al 30 giugno la sua scadenza. E' più un documento politico che esecutivo - è stato spiegato - Il suo scopo è infatti quello di garantire la compattezza della maggioranza pubblica". E se l'assessore Lodi parlando di quanto sta accadendo in Aimag lo descriveva come "Un vero e proprio saccheggio di risorse dalla bassa modenese", Giorgio Siena commenta:
“Pronto un cavallo di Troia nel regime transitorio dei prossimi 60gg” Il Patto di Sindacato della gestione pubblica di Aimag scade il 30 aprile, ma non c’è l’intesa per il rinnovo. Esisterebbe invece l’accordo per una proroga di 60 giorni per discutere il nuovo patto di sindacato che, per soli 2 mesi, non avrebbe bisogno di un nuovo Consiglio di Amministrazione. Si prevede, invece, un Consiglio di Amministrazione che cambia totalmente composizione con l’ingresso di Hera e di una Fondazione socia (Carpi come Fondazione maggiore al 7,5%) e la nomina del direttore da parte di HERA.. E’ il “cavallo di Troia” nel quale far entrare HERA con la Fondazione di Carpi che, assieme al rappresentante del sindaco di Carpi (3 su 5), prima delle elezioni del 2024, potranno perfezionare l’impegno di “regalare” AIMAG alla multiutility regionale. HERA infatti consoliderebbe il proprio bilancio con i numeri di AIMAG aumentando il valore delle proprie azioni e senza alcun impegno concreto sul piano industriale. Crediamo sia evidente il danno che si causa al valore territoriale e al patrimonio pubblico di AIMAG. E’ palesemente falso che si tratti di continuità con il precedente Patto di Sindacato; un mese fa nei consigli della Unione dell’Area Nord, a Mirandola e nell’area mantovana, due volontà erano chiare: quella di rinnovare immutato il precedente patto di sindacato e di mantenerne la gestione pubblica. Di queste volontà non rimane nulla? Saranno disponibili a smentirsi i Consigli Comunali dopo 2 mesi? E si tratta solo del primo passaggio perché poi seguiranno le modifiche statutarie che porteranno gradualmente Hera ad acquisire quote di proprietà dei Comuni per raggiungere la maggioranza piena. AIMAG formalmente resterà a controllo pubblico ma nei fatti si avvia per la strada cui viene destinata da volontà politiche, pur non dichiarate. Intanto ieri sera, alla unanimità, il Consiglio di Mirandola ha votato un ordine del giorno della lista civica +Mirandola per portare le decisioni dopo le elezioni amministrative del 2024, elezioni che interessano quasi tutti i comuni, Mirandola e Carpi tra questi. Da liberaldemocratici, quali siamo, non abbiamo alcun pregiudizio nei confronti del privato anche nella gestione dei servizi pubblici, ma si tratta di una scelta che deve essere valutata, stimata nel valore e condivisa dai cittadini. Soprattutto è bene che finiscano i sotterfugi e ciascuno si assuma la responsabilità delle proprie scelte in pubblico. Giorgio Siena, capogruppo Lista Civica +MirandolaInsomma, c'è molta tensione tra le forze politiche e tra i territori del carpigiano e della Bassa modenese che rappresentano i 21 comuni aderenti al Patto, detentori del 65% delle quote azionarie della multiutility. Oggi Hera è socio privato di minoranza che ha il 25% delle quote di Aimag, ed è riuscita a ottenere che nel piano industriale ci sia anche l'impegno di rivedere la struttura della governance, che nel «regime transitorio» prima della pare irresistisibile ascesa verso la presa del controllo definitivo da parte della società bolognese Hera sarebbe costituito dalla «sottoscrizione di un Consiglio di amministrazione a maggioranza pubblica (3 consiglieri, tra cui il presidente del Cda), 1 consigliere nominato da Hera e 1 delle Fondazioni bancarie con l’indicazione di un direttore generale da parte di Hera, sentiti i soci pubblici. LEGGI ANCHE:
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