Nidi infanzia Ucman. Sinistra civica per Mirandola e Rifondazione comunista vicine alle lavoratrici
MIRANDOLA- Sinistra Civica per Mirandola e Rifondazione comunista sostengono lavoratrici e sindacati dei nidi d’infanzia dei Comuni dell’Area Nord modenese in sciopero giovedì 16 giugno, con manifestazione a Medolla davanti alla sede dell’Unione, contro la decisione di esternalizzare i servizi per l’infanzia a partire dal prossimo anno scolastico.
Questa la nota stampa di Sinistra Civica per Mirandola:
"Martedì 31 maggio 2022 il Consiglio Ucman ha votato l'esternalizzazione di 4 nidi comunali, tra i quali il "Paese dei Balocchi" di Mirandola. Le conseguenze dell'esternalizzazione possono essere molto gravi anche e soprattutto per il rischio di licenziamento delle lavoratrici precarie, Il sindaco di Mirandola Alberto Greco "rimpalla" la responsabilità all'Ucman, dimenticandosi di avere governato Mirandola negli ultimi tre anni. Il presidente dell'Unione Alberto Calciolari dice che è importante "erogare il servizio" senza dare importanza a come si eroghi, con chi e in che modo. Senza pensare alle conseguenze di questa scelta sulle famiglie e sulle lavoratrici. Sinistra civica per Mirandola invita tutta la cittadinanza e gli Amministratori dell'Ucman ad ascoltare i sindacati, le famiglie e le lavoratrici. Dobbiamo pretendere tutti maggiori investimenti su un servizio così importante per la cittadinanza e risposte e garanzie per le lavoratrici che attendono, ormai da anni, di essere stabilizzate".Questo il commento di Rifondazione comunista Federazione Modena:
"Una scelta, quella di esternalizzare i servizi dell'infanzia, che si concretizza con la messa a gara d’appalto dei nidi di Mirandola e San Prospero e l’esternalizzazione in ASP dei nidi di Concordia e San Felice. La decisione assunta dai sindaci e dalla maggioranza Pd in consiglio dell’Unione avvia un processo di disimpegno dei Comuni nei confronti dei servizi educativi rivolti ai più piccoli e che, nel caso degli appalti, avvia lo smantellamento di un servizio pubblico con una diminuzione dei costi che si scaricherà sulla retribuzione del personale: che vedrà peggiorare le proprie condizioni contrattuali ed economiche. Sappiamo bene, per averlo già potuto verificare in altri comuni, anche a Modena, che il personale dei nidi in appalto ha condizioni retributive e contrattuali peggiorative rispetto al personale che svolge le stesse mansioni in ambito pubblico. Differenze che inevitabilmente si ripercuotono sulla qualità dei servizi e sulla continuità didattica, dal momento che questo personale frequentemente migra verso condizioni di lavoro migliori, con conseguente elevato turn over. Rispetto all’affidamento in ASP, invece, il discorso è diverso: in quanto ASP è a partecipazione pubblica e non risente del blocco delle assunzioni a cui devono sottostare i comuni. Ma non ci sfugge che la motivazione alla base di questa scelta è legata al momento di grande difficoltà che vivono i Comuni e l’Unione dopo la Mirandolexit, di cui i sindaci portano la responsabilità per non aver ancora approntato un piano strategico credibile per la “nuova Unione” a otto comuni, che oggi vede tutti i servizi in sofferenza con ricadute negative per cittadini e imprese. Inoltre, è sconcertante che in un momento in cui ai territori arriveranno risorse del Pnrr per implementare i servizi per l’infanzia, i sindaci decidono di esternalizzare. Sarebbe, invece, questo il momento di reinvestire nei servizi pubblici considerandoli non un costo ma beni comuni con cui una società progetta il suo futuro. Condividiamo la mobilitazione promossa dalla Cgil, dal personale educativo e dalle famiglie e restiamo convinti che la risposta ai bisogni di inclusione, equità e universalità dei servizi educativi possa arrivare solo da una gestione pubblica dei servizi stessi".LEGGI ANCHE
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