Ricostruzione post sisma, prorogati i fondi per le aziende agricole
È stato approvato nei giorni scorsi dalla Commissione competente della Camera l’emendamento a firma M5S al Decreto Milleproroghe che posticipa di un anno, fino al 31 dicembre 2022, l’utilizzo delle somme depositate sui conti correnti vincolati finalizzati agli interventi di ricostruzione delle imprese agricole e agroindustriali, un grandissimo aiuto e sostegno alle tantissime aziende del Modenese, del Ferrarese e del Reggiano che sono state colpite dal sisma del 2012 e che hanno ancora in corso gli iter autorizzativi e i cantieri.
Sono 124 i milioni di euro, provenienti da fondi europei, ancora fermi nei conti correnti vincolati per la ricostruzione e assegnati agli agricoltori modenesi, ferraresi e reggiani (con una piccola quota anche per alcuni casi del Bolognese) che hanno presentato istanza per ricostruire dopo il sisma del 2012. E la proroga alla fine del 2022 per terminare i lavori permetterà agli agricoltori interessati di non vedere andare in fumo quei soldi. Infatti le ordinanze della Regione attualmente in vigore permettono una finestra troppo breve, solo fino ad agosto, per terminare e rendicontare i lavori.
Nel Modenese sono stati assegnati fondi per 105 milioni di euro (relativi a 262 richieste), di cui 59 milioni per la piattaforma Mude (per privati e ditte individuali) e 46 milioni per la piattaforma Sfinge (per le aziende di maggiori dimensioni). Nel Ferrarese la cifra in questione è di 15,7 milioni, mentre nel Reggiano di 3,3, quindi in totale si parla di 124 milioni.
Per modificare tali ordinanze occorre prima modificare la legge nazionale che mette un termine alla validità dei conti correnti intestati alle singole aziende, ed è quello che - spiegano in una nota i parlamentari M5S dell’Emilia Romagna Maria Laura Mantovani, Gabriele Lanzi, Vittorio Ferraresi, Stefania Ascari, Maria Edera Spadoni e Davide Zanichelli - abbiamo fatto con l’emendamento approvato ieri. Il denaro in questione proviene da fondi europei stanziati proprio per questo specifico scopo. Tali fondi, già assegnati di diritto alle aziende, rischiavano ancora una volta di non poter essere utilizzati e di essere persi definitivamente: una vera ruberia dalle tasche dei cittadini che avrebbe portato al fallimento di molte di queste aziende. In numerosi casi, infatti, non si è ancora iniziato a ricostruire a causa delle lungaggini burocratiche e di qualche incidente di percorso nelle progettazioni e anche quelle pronte a partire non trovano imprese edili disponibili ad accollarsi i lavori, se questi fossero da ultimare in soli 5-6 mesi. Senza una finestra temporale di almeno 1 anno e mezzo a partire da subito i cantieri non possono partire; per questo era assolutamente necessaria la proroga”.
Nei prossimi giorni il Decreto con gli emendamenti approvati in Commissione Affari Costituzionali sabato notte, verrà approvato in aula alla Camera, infine approderà al Senato per la definitiva conversione in legge.
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