Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Modena aut. 20/2017
13 Maggio 2025
Testata Giornalistica reg Trib. MO aut. 20/2017

Omelia dell’arcivescovo Castellucci: “Passare dall’io al noi”

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO ERIO CASTELLUCCI  Ez 3,16-21; Sal 88; 1 Cor 9,16-19.22-23; Mt 9,35-10,1  Le folle “erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore”. Il triste spettacolo  del gregge disperso e affaticato entra nel cuore del Signore: il Vangelo dice che Gesù “ne  sentì compassione”. Immaginiamo un gregge privo di guida: una pecora procede a caso,  un’altra si perde – Gesù parlerà della “pecora smarrita” – e finisce in pasto ai lupi; altre non  trovano la porta dell’ovile e dormono fuori al freddo. Gesù richiama questa immagine  perché, percorrendo città e villaggi, incontra tante persone malate e inferme. Di fronte  all’umanità sofferente, bastonata, frastornata, gli viene spontaneo il richiamo all’assenza dei  pastori, che dovrebbero prendersi cura del gregge, accompagnarlo, orientarlo.  Non è questa una fotografia dell’umanità di oggi? Queste folle “stanche e sfinite” che  destano la “compassione” del Signore sono i cento milioni di contagiati, due milioni dei  quali defunti; sono i miliardi – quasi tutti gli abitanti del pianeta – che vivono nell’ansia,  nella paura e nel lutto; sono quelli che si vedono privati del lavoro, della scuola e delle  relazioni. L’elenco sarebbe lungo. Quest’anno San Geminiano ci trova molto provati, ci  coglie nella situazione delle folle palestinesi di duemila anni fa. Non che prima della  pandemia andasse tutto bene, come non andrà tutto bene dopo, quando – per restare  sull’immagine evangelica – raggiungeremo l’immunità di gregge. Fame e sete, guerre e  violenze, attentati alla vita e alla dignità, malattie e disastri naturali, indifferenza ed egoismi,  come c’erano prima, ci sono ora e ci saranno dopo.  Se però il Vangelo è “buona notizia”, deve iniettare speranza. I mali li sanno elencare tutti,  ma il Signore, inoltre, li sa curare. Per due volte il Vangelo di oggi dice che Gesù si faceva  “terapeuta”. Lui non sta con le mani in mano a fare delle analisi, ma si rimbocca le maniche  della tunica e contrasta il male. Proprio come fanno milioni di persone impegnate sui fronti  della cura: nella sanità, nella scuola, nelle istituzioni civili, sociali, militari, religiose e  politiche, nel volontariato e nelle diverse professioni. Anche in questo caso l’elenco sarebbe  lungo, molto più di quello dei mali: il bene c’è, è radicato in profondità, è capace di medicare  le piaghe. Nella recente Giornata della Memoria, ricordando tra l’altro il salvataggio dei  giovani ebrei a Villa Emma di Nonantola, il rabbino capo della comunità ebraica di  Modena ha detto: “la migliore risposta al male è la memoria del bene”.  Per noi cristiani questo bene nascosto e prezioso, da chiunque sia compiuto, è frutto dello  Spirito (cf. Gal 5,22), è impronta del Dio che è amore (cf. 1 Gv 4,8.16), è luce che proviene da  Gesù risorto (cf. Gv 14,12): lui, che nella sua vita terrena si era mosso a “compassione” per  le nostre debolezze fisiche, morali e spirituali. Il Vangelo di oggi ha un’altra risonanza speciale: all’inizio e alla fine dice che Gesù curava “ogni malattia e ogni infermità”; e se la  prima parola (nosos) indica le fragilità del corpo, la seconda (malakia) esprime l’idea di  “morbidità”, termine oggi usato per indicare le patologie pregresse aggravate dal virus.  Da anni San Geminiano è diventata anche la festa delle istituzioni. Nell’iconografia più  diffusa, il nostro Patrono tiene in mano, o accanto a sé, un modellino del Duomo e della  Ghirlandina, a significare che non era solo guida religiosa, ma anche punto di riferimento  per la città. E la tradizione che lo ritrae in visita all’imperatore di Costantinopoli, come  terapeuta della figlia posseduta dal demonio, conferma la sua dedizione al bene comune.  Geminiano concentra i ruoli dei pastori religiosi e civili: è una guida per la comunità  cristiana e sociale dell’epoca. La sua figura ci incoraggia a camminare insieme, Chiesa e città,  istituzioni religiose e civili. Si parla da tempo di “crisi delle istituzioni”, con toni che  insinuano il loro tramonto. Ma si tratta di una crisi più generale, la “crisi dell’autorità”, che  colpisce non solo chi guida la società civile e religiosa, ma anche, e ancor prima, chi risponde  alla vocazione di educare, soprattutto i genitori e gli insegnanti.  Nell’ultimo anno si è aggravata la crisi educativa. Pensiamo in particolare ai giovani. La  maggior parte delle famiglie e delle istituzioni scolastiche sta svolgendo un’opera intensa e  competente, che però non elimina del tutto il profondo disagio sofferto dagli adolescenti;  sono espertissimi del digitale, ma sentono che la rete non può rimpiazzare la relazione,  quella vicinanza che li fa crescere. La paura degli adolescenti è in fondo quella di tutti, la  solitudine; appesantita dal fatto che la loro sarebbe proprio l’età del debutto sociale, mentre  devono viverla nell’isolamento. Dovremo presto moltiplicare le energie per affrontare una  sorta di “ri-educazione” agli affetti e alla socialità di un’intera fascia di ragazzi. Insieme alla  generazione dei più anziani, falciata dalla pandemia, alle sofferenze dei disabili e alla crisi  economica, siamo consapevoli che la crisi educativa richiederà le maggiori attenzioni: nello  stile terapeutico di Gesù, che parte dal cuore, che ascolta il disagio profondo.  Nel mezzo di una crisi sanitaria, sociale, educativa ed economica, ci troviamo a vivere  anche una crisi di governo, spia di una più ampia crisi politica. Tre settimane fa il papa in  un’intervista aveva detto che davanti alla pandemia occorre ragionare al “noi, cancellare l’io,  per il momento”. Pare invece che in Italia l’io prevalga sul noi. Non solo la cosiddetta gente  comune, ma anche le guide delle comunità locali e della società civile, ritengono  inconcepibile e dannosa questa crisi, a fronte delle rovine su cui si deve ricostruire, del  morale a terra di molte persone e della necessità che i consistenti aiuti europei per la ripresa  siano affidati a una gestione solida e progettuale. Proprio alla politica appartiene  pienamente quella “compassione”, quel “patire con” chi soffre, a cui accenna il Vangelo.  Colpisce, tra l’altro, che le parole più usate in questi giorni dalle cronache, parlando della  crisi di governo, siano desunte dal linguaggio del gioco d'azzardo: assi nella manica, bluff,  vincite e perdite, scommesse, rischi, puntate al buio, trucchi, calcoli.... il che crea una  incertezza ancora più grande, in un momento nel quale occorre una guida salda.  Ma quando Gesù parla dei pastori pensa anche ai capi religiosi. Le comunità cattoliche  rivelano in questa pandemia una creatività ancora più intensa, spesso nel silenzio, come è  nello stile del bene. Siamo ammirati dalla dedizione di tanti pastori, collaboratori laici e  consacrati, che si fanno prossimi, in tutti i modi possibili, alle persone deboli, con ogni tipo  di aiuti: materiali, morali e spirituali. Tanta gente esprime riconoscenza per quest’opera.  Non posso però nascondere gli atteggiamenti divisivi dentro le nostre comunità. Ad un  certo punto, alcuni sembravano presi da questioni che poco avevano a che fare con la Chiesa,  il Vangelo e le sofferenze di tanti. Fino a mostrarsi preoccupati della dispersione di  frammenti del corpo eucaristico, più che della dispersione di frammenti del corpo ecclesiale  e sociale. Ogni tanto dimentichiamo che lo stesso Gesù risorto presente nell’ostia consacrata  è presente nella Chiesa riunita ed è presente nei bisognosi. E che la mensa dell’altare  alimenta la mensa della vita, altrimenti scade nella superstizione. È anche vero che a volte  siamo noi pastori a dare scandalo, perché non riusciamo a testimoniare, come San Paolo  nella seconda lettura, di “annunciare gratuitamente il Vangelo”.  I pastori che guidano le comunità educative, civili, politiche e religiose, hanno spesso a che  fare con il potere. “Potere” non è una brutta parola: ogni relazione racchiude una dinamica  di potere. Il problema è che questo potere, come chiede Gesù, prenda la forma del servizio.  Esiste allora una parola più espressiva: autorità. “Potere” indica di per sé un dominio  derivante dal proprio stato, è una parola che fa riferimento all’io; mentre “autorità”, dal  verbo augeo, “faccio crescere”, comporta una relazione di servizio tra me e te, e crea un noi.  A Gesù era riconosciuta una grande autorità (cf. Mc 1,22.27 e par.), perché se la guadagnava  sul campo, lasciandosi toccare dal dolore delle folle e dandosi da fare per alleviarlo. Che  l’intercessione di San Geminiano dia a tutti la forza e la gioia di proseguire su questa strada,  di passare dall’io al noi.
SulPanaro Expo

RESTO D'ITALIA E MONDO

Rubriche

Glocal
Indagine Ocse: italiani popolo di ignoranti
Glocal - Secondo l'Ocse in Italia un adulto su quattro ha ridotte competenze cognitive.
PERSONE | Gennet Casoni: ”Io ho due anime dentro di me: l’Africa e l’Italia. Ricci, passioni e tanto altro”
La storia - La sua storia è diventata un fumetto d’autore disegnato dal noto artista Marco Sciame: “Il mio nome è Paradiso" è il titolo
Glocal
Questo pazzo, pazzo mondo
Glocal - “Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo”, in inglese “It’s a mad, mad, mad, mad world”, è il titolo di un film americano del lontano 1963, le cui vicende non hanno nulla a che vedere con l’articolo che vorrei scrivere, ma il cui titolo calza a pennello con l’attuale situazione politica dell’intero pianeta.
ITINERARI CURIOSI | Tresigallo, il paese dei sogni
Rubrica - Rubrica a cura di Francesca Monari
PERSONE | Jessica Lupelli una Chef per amica
La storia - In una società che va sempre più veloce trovare cibi sani già pronti è un desiderio che lei può esaudire. L’affascinava l’idea di fare un lavoro utile alla vita e, oggi, questo fa

Sul Panaro on air

  • An error occurred:

    The request cannot be completed because you have exceeded your quota.

  • La buona notizia

    I dati
    Modena parla inglese, boom di turisti stranieri in Acetaia comunale
    Visite guidate sold out e interesse crescente per l’Aceto Balsamico Tradizionale, all’insegna del turismo internazionale
    Per i più piccoli
    Soffoca ingoiando un pistacchio, bambino di 18 mesi di Carpi salvato in videochiamata col 118
    Grazie alla manovra di disostruzione pediatrica spiegata ai genitori on line, il pistacchio si è spostato in un bronco permettendo al bambino di riprendere a respirare
    Volontariato
    Per realtà locali e associazioni, aperto il bando della Coop "Più vicini"
    L'anno scorso a beneficiarne sono stati quasi 700 progetti, proposti in collaborazione con altrettante realtà locali, che hanno ricevuto complessivamente 250 mila euro.

    Curiosità

    Lo Stakanov che ha impiantato 340 mila sanpietrini in 5 mesi in piazza Garibaldi a Finale Emilia - LA STORIA
    Curiosità
    Lo Stakanov che ha impiantato 340 mila sanpietrini in 5 mesi in piazza Garibaldi a Finale Emilia - LA STORIA
    Per lui pubblici ringraziamenti durante la cerimonia di riapertura di sabato mattina
    A  90 anni prende la terza laurea, la bella storia dell'operaio Italo Spinelli di Finale Emilia
    La storia
    A 90 anni prende la terza laurea, la bella storia dell'operaio Italo Spinelli di Finale Emilia
    Dopo la triennale in Filosofia e una magistrale in Storia, oggi discuterà la sua tesi per diventare dottore magistrale in Filosofia: è su Giordano Bruno, filosofo del Cinquecento messo al rogo dalla Chiesa
    Alle Tattoo, al Museo Civico di Modena lezione sui tatuaggi di una mummia peruviana
    Curiosità
    Alle Tattoo, al Museo Civico di Modena lezione sui tatuaggi di una mummia peruviana
    L'artista di Limidi di Soliera presente in occasione della presentazione della mostra “Genti di Ancón”
    Il frittella-gate scuote San Felice
    Il caso
    Il frittella-gate scuote San Felice
    A gettare il sasso, anzi, la frittella nello stagno è stata la locale Pro Loco, che ha diramato sui social una "COMUNICAZIONE UFFICIALE" riguardo le frittelle di raccolta fondi dei ciclisti
    Il nome più diffuso tra le bimbe è Ginevra; tra i maschi, Edoardo
    Per i più piccoli
    Il nome più diffuso tra le bimbe è Ginevra; tra i maschi, Edoardo
    Sul podio anche Leonardo (46) e Lorenzo (43) tra i maschi, e Sofia (26) e Matilde (24) tra le femmine
    Snoopy compie 75 anni, una mostra a Parigi lo celebra come icona della moda
    Curiosità
    Snoopy compie 75 anni, una mostra a Parigi lo celebra come icona della moda
    Snoopy negli anni è stato vestito anche da stilisti famosi.
    Una foto di famiglia gratuita fatta da un fotografo professionista domenica al Borgogioioso di Carpi
    Il punto
    Una foto di famiglia gratuita fatta da un fotografo professionista domenica al Borgogioioso di Carpi
    Previsti anche dei premi per chi arriva prima o per chi - largo alla fantasia - si mette in posa per la foto migliore: gift card da spendere nei negozi della galleria commerciale
    Bambini in ambulanza, per loro un sito web con storie e giochi per distrarli durante il tragitto
    Per i più piccoli
    Bambini in ambulanza, per loro un sito web con storie e giochi per distrarli durante il tragitto
    Durante il viaggio sui mezzi d’emergenza, soprattutto nei casi non urgenti, i piccoli pazienti possono sperimentare livelli elevati di ansia dovuti all’incertezza della situazione e all’ambiente estraneo
    Da Mirandola ad Assisi per il Pellegrinaggio Vicariale
    La storia
    Da Mirandola ad Assisi per il Pellegrinaggio Vicariale
    ”E fino a quando ci sarà qualcuno che avrà occhi per vedere il bene e gettare reti di fraternità, ci sarà speranza”, è il messaggio inviato ai pellegrini della Bassa dal vescovo di Modena

    chiudi