A Mirandola la laicità dello Stato resta un valore? – LA RIFLESSIONE
MIRANDOLA - Le elezioni comunali del 2019 hanno segnato su gran parte del territorio della Bassa Modenese l'avvento di un nuovo gruppo di potere. Ampiamente legittimati dal voto popolare, coloro che per settant'anni erano stati relegati all'opposizione, si sono trovati "nella stanza dei bottoni". Uomini nuovi, dirompenti rispetto al cosiddetto "modello emiliano", che per oltre mezzo secolo ha plasmato questo lembo di terra che corre da Piacenza a Rimini. Uomini nuovi, questo è indubbio: ma sono forse nuovi i valori che li ispirano?
Quello che è successo a Mirandola fa riflettere. A Mirandola la cerimonia inaugurale della caserma della Polizia Locale ha offerto uno spaccato molto netto di quale sia l'immaginario simbolico a cui il nuovo potere leghista e di destra fa riferimento. Perché oltre le divise, oltre le autorità civili e militari, oltre il coro e il pubblico, alla cerimonia la giunta leghista del sindaco Alberto Greco ha invitato Sua Eminenza Ernest Simoni, un anziano prelato di origine albanese. Nessuno ha spiegato perchè al posto di un prete locale, come si fa tradizionalmente per una veloce benedizione, sia stato chiamato una personalità di tale dimensione. Nè quale legame esso abbia con Mirandola o con il coprpo di Polizia Locale. Ernest Simoni: la sua fama lo precede: teologo, di formazione francescana, esorcista, ha vissuto gran parte della propria esistenza terrena nell'Albania comunista di Enver Hoxha subendo le torture del regime. Nel 2016, è stato nominato da Papa Francesco "Principe della Santa Romana Chiesa".
E proprio intorno a questo "principe", si è svolta gran parte della cerimonia: la quasi metà del tempo è stata dedicata alla biografia del Cardinale, raccontata con dovizia di dettagli dal portavoce, cavaliere Vieri Lascialfari. Storia che ha commosso il pubblico presente, facendo addirittura mormorare qualcuno circa un'imminente santificazione del porporato. Il cardinale si è poi speso in una lunga benedizione in latino, accompagnata dalle preghiere dei presenti.
Dovremmo quindi chiederci: in uno Stato che professa la laicità come valore, è opportuno che in queste occasioni si crei una commistione simbolica così profonda fra ambito civile, militare ed ecclesiastico? La laicità dello Stato è un valore che sulla carta risale al 1793, quando la Costituzione Giacobina sancì chiaramente la separazione fra Stato e Chiesa. Lo prevede anche la Carta Costituzionale Italiana in vigore dal 1947, e in altri paesi europei l'autonomia dello Stato rispetto alla religione è un valore profondamente radicato: basti pensare alla Francia, dove nemmeno la destra più conservatrice agita simboli religiosi, conscia della laicità della République.
Nella giornata di oggi, tutto questo a Mirandola è stato dimenticato. Il nuovo potere si è ammantato di simboli antichi, in un tripudio di porpora, divise, segni della croce e rituali in latino. Poche parole sono state spese intorno al valore civile della Polizia Locale, che ha il compito di tutelare tutti i cittadini, cristiani e non. Un tempo, quando non era consuetudine degli uomini politici agitare il rosario ai comizi, si sarebbe parlato di "clericalismo", ma oggi, forse, è il segno del nuovo che avanza.

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