Finale Emilia, PSI: “Piena decadenza, mentre i finalesi si interrogano sul rinnovamento”
FINALE EMILIA - Pubblichiamo la nota stampa della Segreteria Provinciale PSI su Finale Emilia.
C'era desiderio di cambiamento, dopo le vicissitudini giudiziarie di quegli anni post terremoto, che avevano indagato sulla allora Amministrazione al governo di Finale Emilia, che questo territorio si è spostato a destra, politicamente parlando, dando fiducia ad un programma di rinnovamento che in realtà è rimasto tale solo nei proclami in esso contenuti. E' stato semplice, come raccontare le favole ai bambini per ingannarli o raccontarle ai grandi per consolarli; ma poi, giunge per tutti, anche per quei vincitori, il tempo di "tirare le somme" per elencare i risultati raggiunti e scoprire che dopo quattro anni, altre indagini giudiziarie fanno focus su questa attuale Amministrazione del rinnovamento e che dei risultati non ce ne sono. La ricostruzione è totalmente ferma, ma roboantemente sostenuta da rassicuranti "poesie" del primo cittadino, che è cosa fatta. Non c'è ancora una visione della "Finale che vorrei" e si amministra giorno per giorno, l'incapacità del non fare nulla, con il tormentone che è colpa di chi c'era prima se stiamo ancora sistemando le disfatte delle precedenti amministrazioni. E mentre i finalesi si interrogano sul rinnovamento, Finale, è in piena decadenza: manutenzioni inesistenti del patrimonio comunale; un importante ponte chiuso, cimiteri al degrado e tuttora assenza di una adeguata camera del commiato; Teatro, Palazzo Comunale, monumenti ed edifici pubblici, in attesa di attenzioni, incluso il semplice sfalcio d'erba che regolarmente cresce in questi siti, unico elemento di vitalità rimasta. Strutture per lo sport, dal palazzetto alle palestre alla piscina esterna, ammirabili solo da bozzetti sui cartelli della ricostruzione, affissi e opacizzati dal tempo. Eppure Finale, dispone di 50 milioni di euro, milione più o milione meno, considerando che alcuni sono già stati persi per mancata progettazione o incoerente progettazione ai fini dei fondi resi disponibili, oltre al milioncino e rotti di euro, speso in consulenze esterne. Tutto questo, non è possibile definirlo semplice ritardo da burocrazia, in quanto gli "effetti collaterali", di difficile quantificazione, ci sono tutti, e tutti in sequenza esponenziale: un centro storico che da illuminato da esercizi commerciali è spento dalle saracinesche chiuse, con nessun supporto di questa Amministrazione alla rivitalizzazione, se non con un fantasioso progetto di riqualificazione di una piazza, cui non ci è dato conoscere come sarà. Sviluppo del territorio, politiche a sostegno dell'economia, attrattività produttiva a promozione del lavoro, sono parole vuote di significato, la tanto cavalcata battaglia sulla sostenibilità ambientale, dalla mega discarica, alle aziende impattanti, agli allevamenti, tutto tace senza proposte di mediazione a ciò che ormai è deciso. Finale si interroga, mentre questa Amministrazione chiede un ulteriore atto di fiducia, ma nel frattempo, quattro anni sono trascorsi, dopo 1300 giorni, cioè minimo 10.400 ore attive di gestione, quelle promesse di rinnovamento sono ancora in lista di attesa. Davanti a questa catastrofica gestione della “cosa pubblica” non si può tacere. Ma non basta denunciare tutto quanto è già sotto gli occhi di tutti: è necessario una forte ripresa di un’azione politica seria da parte delle forze sane del paese per riportare a Finale un buon governo e una buona Amministrazione di cui i finalesi hanno diritto. Finale Emilia e i suoi cittadini non meritano questo declino che non è e non può essere irreversibile: c’è la possibilità di agire e di cambiare. Come socialisti ci impegniamo a farlo con quanti hanno la voglia di ripartire.
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