Parte una raccolta firme contro il 5G a Mirandola
Parte una raccolta firme contro il 5G a Mirandola. Il Comitato Provinciale Mo No 5g sarà presente con un punto informativo in via Cavallotti, angolo piazza Costituente (zona portico) nelle mattine di sabato 4 e 11 luglio.
Verranno raccolte le firme per la petizione che invita il sindaco ad applicare il “principio di precauzione” prima di acconsentire all’installazione sul proprio territorio di tecnologia 5G.
Spiegano dal comitato Mo No 5g che desiderano rivolgere al Sindaco Alberto Greco, quale garante della salute pubblica, le seguenti richieste:
- Di non procedere alla sperimentazione della inesplorata tecnologia 5G;
- Di non autorizzare potenziamenti delle antenne già presenti per non esporre la cittadinanza ad un maggiore inquinamento elettromagnetico;
- Di tenere conto del diritto alla salute dei cittadini, soprattutto dei bambini e dei malati;
- Di assicurare il diritto costituzionale all’informazione e mettere a conoscenza i cittadini di qualsiasi modifica venga effettuata agli impianti esistenti;
- Di favorire lo sviluppo assicurando la copertura anche alle zone attualmente non raggiunte, attraverso investimenti pubblici per la connettività in fibra ottica e via cavo;
- Di promuovere campagne informative anche con incontri pubblici con esperti in materia di tutela alla salute e rischi sociosanitari derivanti dall’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche.
Noi sottoscritti cittadini Mirandolesi, riponiamo la nostra fiducia nel sindaco Alberto Greco, quale nostro rappresentante e quale Autorità Sanitaria Locale, e le chiediamo di farsi carico della nostra richiesta e quindi di non permettere nel nostro comune alcuna nuova installazione o potenziamento di radiofrequenze che vada ad aumentare l’inquinamento elettromagnetico. Chiediamo al Sindaco, quale Responsabile della Salute Pubblica, di garantire e di fornire prove mediche certe dell’assoluta innocuità ovvero che tutte le opere che il Comune di Mirandola andrà ad autorizzare in materia di telefonia ed emissioni in radiofrequenze in nessun modo possano nuocere alla salute presente e futura di noi cittadini, neppure dei più deboli che come i bambini sarebbero costretti, quali soggetti passivi, a subire loro malgrado all’interno delle proprie abitazioni, l’influsso e l’azione di una tecnologia privata che non è stata adeguatamente sperimentata e anzi di cui esiste ampia documentazione scientifica che ne comprova la pericolosità.

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