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13 Maggio 2025
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Mirandolexit, Stefano Lugli (Sc): “Un salto nel buio per tutta la Bassa Modenese”

"Un salto nel buio per tutta la Bassa Modenese". Così Stefano Lugli, consigliere comunale di Sinistra Civica per Finale Emilia, commenta la decisione di Mirandola di recedere dall'Unione Comuni Area Nord.
Scrive Lugli:
Il consiglio comunale di Mirandola ha deliberato l’uscita dall’Unione che formalmente avverrà il 1 gennaio 2021 dopo 6 mesi in cui tutti i servizi che i nove comuni avevano conferito in Unione dovranno essere riorganizzati, a partire dalle sedi e dal personale, a cui va tutta la nostra solidarietà per il trambusto nel quale sono stati improvvisamente catapultati. L’uscita di Mirandola dall’Unione dei Comuni è un salto nel buio per tutta la bassa modenese e un atto unilaterale ed irresponsabile in un momento storico in cui la ricostruzione post sisma e la gestione delle conseguenze della pandemia richiederebbe la maggior collaborazione possibile fra comuni anziché l’avvio di un doloroso e costoso divorzio fatto sulla pelle dei cittadini. Perché saranno i cittadini di tutta la bassa modenese a pagare l’irresponsabilità leghista in termini di qualità, quantità e tariffe di servizi gestiti a livello sovracomunale ed erogati a tutti i cittadini alle stesse condizioni indipendentemente dal comune di residenza. La Mirandolexit non rende più forte Mirandola, anzi la frammentazione rende tutta la bassa modenese più debole e trasforma Mirandola da comune guida del distretto a un ente isolato e dal peso politico irrilevante. La destra mirandolese sostiene che i nove comuni avrebbero dovuto conferire tutti i servizi in Unione per poi arrivare alla fusione in un unico comune e in tal senso il sindaco Greco aveva posto un vero e proprio ultimatum agli altri sindaci sostenendo che Mirandola paga più di quanto riceve. Noi crediamo che questa argomentazione sia un pretesto e sia priva di fondamento. È un pretesto perché l’uscita dall’Unione non è contenuto nel programma di mandato del sindaco Greco e perché la lega mirandolese fin dalla vittoria elettorale ha sempre indicato nell’Unione il nemico a cui addossare le colpe della propria palese inadeguatezza sostenendo che forze esterne a Mirandola impedissero il cambiamento promesso. Siamo certi che questo atteggiamento proseguirà, perché alimentare i conflitti anziché risolvere i problemi è nella natura della Lega e perchè l’uscita dall’Unione e la riorganizzazione dei servizi non sarà una passeggiata e anche Mirandola ne pagherà lo scotto. È priva di fondamento perché per stessa ammissione dei fuoriusciti non esiste alcuna analisi sui costi e i benefici della Mirandolexit e perché il valore dell’Unione non si misura solo in termini di bilanci ma soprattutto in termini di qualità dei servizi e capacità di estendere i servizi non su un bacino di poche migliaia di cittadini ma su un territorio che conta quasi 90.000 residenti e che esprime uno dei Pil più avanzati d’Italia. Noi crediamo che all’irresponsabilità leghista si debba rispondere aggiornando il progetto di Unione alla nuova dimensione e ricercando la maggior integrazione possibile fra servizi senza cadere nella trappola della fusione alimentata strumentalmente dalla Lega. Perché all’interno di una cornice di servizi condivisi ogni comune deve mantenere la propria autonomia e la propria identità, non per mero spirito campanilistico ma perché è all’interno dei comuni che si esercita quella partecipazione alla vita democratica e si alimenta quella coesione sociale che non è replicabile né sovrapponibile in un comune unico contenente entità molto diverse tra dal punto di vista sociale, demografico ed economico. Ma tutto questo non è sufficiente se non si apre l’Unione al confronto e alla partecipazione con tutte le associazioni sociali ed economiche del territorio e non si fa uno sforzo per far comprendere ai cittadini che l’Unione non è uno spazio riservato ai politici ma un ente fondamentale per la qualità della vita della bassa modenese. P.S. Per chi non conosce l’Unione vale la pena ricordare che l’ente nato nel 2003 per volontà dei 9 comuni gestisce oggi - in modo non sempre omogeno ma non per questo meno efficace - servizi fondamentali come l’istruzione e l’assistenza agli anziani e ai disabili, la scuola di musica e il servizio civile, le politiche ambientali e il centro di educazione alla sostenibilità “La Raganella”, i tributi e le pratiche sismiche per l’edilizia, lo sportello attività produttive e il marketing territoriale. Senza dimenticare che il presidente dell’Unione partecipa alle riunioni provinciali in cui si decide la programmazione sanitaria territoriale. Stefano Lugli Consigliere comunale Sinistra Civica per Finale Emilia
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