L’ex sindaco Ferioli: “La Mafia a Finale? Assurdo. Nella mia amministrazione mai nessuna infiltrazione”

Mafia "finalese"... Persino in consiglio comunale ed ovviamente sui social continuano a tirare in ballo me, e la mia amministrazione, sul tentato scioglimento per mafia da parte di alcuni dipendenti d’altissimo livello dello Stato Italiano. Raccontiamo un po' di fatti, visto che, dopo anni, qualcuno si diverte ancora a spalare letame. E, sia chiaro, sono pronto ad affrontare chiunque, anche in pubblica piazza per quanto ho da nascondere. Prima e assoluta verità, Finale Emilia e la mia amministrazione non sono mai stati infiltrati da mafie di qualsiasi genere, al processo Aemilia il comune di Finale Emilia è andato come testimone e come parte civile. Chi dice il contrario mente. La commissione prefettizia inviata nell'estate del 2015, dopo l'arresto del capo dei lavori pubblici di Finale, ha scritto una relazione in cui l'unico “collegamento mafioso” è relativo ad un ragazzo aiutato dai nostri Servizi Sociali che nella sua Regione di origine (ovviamente lontana dalle ndrine calabresi) aveva parenti con precedenti. Per loro stessa ammissione, il presidente in primis, la mafia non c'entrava nulla con la mia amministrazione per la totale assenza di rapporti di tal tipo. Ma allora perché nella riunione avvenuta in Prefettura di Modena il 14 ottobre del 2015 si è deciso di richiedere comunque lo scioglimento per mafia di un Comune non infiltrato dalla mafia, aggiungendo pure il rafforzativo di rendere ineleggibile l'allora Sindaco di Finale Emilia, questo nonostante io non fossi in inchieste di nessun tipo (ottobre 2015… poi sono entrato in tante)? Sono le domande che mi faccio da anni e su alcune di queste ho trovato risposte. Ma andiamo sui fatti. Il capo dei lavori pubblici condannato era un dipendente comunale da 26 anni al momento dell'inchiesta Aemilia e mai è stato dipendente della ditta Bianchini, questo appurato e affermato dalla Procura antimafia e su questo qualcuno sta dando dei bugiardi ai procuratori antimafia. Alla fine del processo abbreviato il dipendente comunale è stato condannato per abuso d'ufficio. Abuso d'ufficio. No mafia. Ma la ditta Bianchini di San Felice? Il proprietario e solo lui, in primo grado, è stato condannato anche con l'aggravante mafiosa. Ma assolta la ditta (e lui) per la vicenda amianto e sulla quale, non ora, ho altro da raccontare. Altra balla colossale è la presunta infallibilità della minoranza di allora, minoranza che aveva "capito tutto". Tutti gli esposti e gli attacchi su ditte e amianto sono avvenuti dopo l’estate del 2013, quando eravamo impegnati nella piena emergenza e nelle opere provvisionali ma soprattutto quando Bianchini era già escluso dalla white list (giugno 2013) e la ditta del figlio era stata allontanata ma... i buoi erano già scappati. Quindi se la Ditta Bianchini, infiltrata dalla mafia (secondo il primo grado di processo) ha lavorato a Finale allora il Comune di Finale Emilia doveva per forza essere sciolto per mafia? Questa è la tesi dei più accaniti e rabbiosi "nemici" della mia amministrazione. Ma la domanda sta proprio qui, possibile che tale ditta con fatturato da milioni di euro, 120 dipendenti e tanti cantieri del post sisma, spesso della stessa regione, socia di una grande municipalizzata di 22 comuni a cui gestiva persino le discariche alla fine sembra lavorasse solo a Finale? Oppure chiediamo lo scioglimento di tutti gli enti entrati a contatto con tal ditta? Siamo ovviamente all’assurdo, come è assurdo parlare di mafia a Finale Emilia, basta ragionare senza preconcetti, informarsi ed il nostro Comune non deve essere infangato con tutto ciò. Ci sono stati errori? Certo, io per primo ne ho commessi e tante cose le rivedrei. La mia fine ne è un chiaro esempio. Ma a chi sbraita, bava alla bocca, brandendo la sacrosanta battaglia antimafia e si erge a cavaliere duro e puro davanti al suo monitor contro una piccola ex amministrazione gestita da un sindaco civico alla prima esperienza, esperienza che parte con un quasi commissariamento economico per poi subire un tremendo sisma, allora posso tranquillamente ricordare le poche cose raccontate e magari dire di ascoltare chi combatte veramente la mafia sul campo, tutti i giorni. A cui posso aggiungere una serie di errori tra cui la mia poca voglia di perdere tempo con carte e burocrazia ma in quei 4 anni del post terremoto, tra le tante cose, sottolineo oltre 20 milioni di lavori in emergenza pagati con fondi europei, 11 milioni di donazioni raccolte in tutta Italia e non solo tra cui anche 1,1 milioni per l’Ospedale di Finale, l’incredibile vendita di forme di Parmigiano per quasi 300mila euro (anche in Austria), la creazione di una nuova urbanizzazione con 2 scuole, una palestra, una superba biblioteca con finalmente un archivio degno di quel nome oltre a questo posso orgogliosamente dire che quella bistrattata amministrazione ha pagato 4 milioni di fatture non saldate ai vecchi fornitori e ha abbattuto sia il debito pubblico comunale da 34,7 a 21,7 milioni di euro sia la morosità delle case popolari dell’80% sia messo in cantiere tanti lavori, progetti, idee e richieste fondi... Si era in un post sisma e tutto quello che desideravo, con tutte le forze, era veder rinascere la mia Città, il mio Comune. Vero, non tutto ho seguito (anche per limiti fisici e di tempo), fidandomi delle persone a me più vicine e prendendo spesso per buono e sicuro quanto mi si raccontava. Ma non accetto che mi si chiami mafioso o colluso o essermi appositamente girato per non vedere. Ai cari inquisitori ed avvoltoi che usano le loro convinzioni e poco altro, chiedo solo di attenervi ai fatti, ai processi e alle persone che avete davanti. Mi difendo da costoro con quanto ho vissuto, con quanto ho e abbiamo cercato di fare per il bene dei nostri cittadini e credo che siamo stati, persone e famiglie, già abbastanza massacrati. Tutto scorre ed anche le ferite più profonde si possono rimarginare ma vi è un limite. E questo lo avete passato da un pezzo.
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